Piombino, si riparte dal rigassificatore: la nave Golar Tundra arriva in porto e resterà fino al 2026

Le proteste del sindaco e di (pochi) residenti: «Si sono dimenticati di noi»

Piombino, si riparte dal rigassificatore: la nave Golar Tundra arriva in porto e resterà fino al 2026
Piombino, si riparte dal rigassificatore: la nave Golar Tundra arriva in porto e resterà fino al 2026
di Mauro Evangelisti, nostro inviato a Piombino
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Lunedì 20 Marzo 2023, 00:39 - Ultimo aggiornamento: 20:51

«Quando poi arriveranno gli sconti sulle bollette, a quelli che sono andati a manifestare però non dovrebbero darli», scuote la testa un albergatore, il titolare di uno dei pochi hotel che tentano di costruire una vocazione turistica a Piombino. È finita ormai da tempo l’era delle acciaierie, quando erano oltre diecimila gli operai come quelli raccontati dal film La bella vita di Virzì. Golar Tundra è la nave rigassificatrice giunta in serata al porto: alle 19 è in rada, per entrare quando parte l’ultimo dei traghetti per l’Elba, simbolo di un’altra etichetta scomoda per la città, che di fatto è un punto di passaggio per chi parte per le isole ma qui non si ferma. Dopo le proteste, il ricorso al Tar del sindaco di Fratelli d’Italia Francesco Ferrari, la manifestazione di una settimana fa, alla quale sono stati visti anche centri sociali e anarchici che c’entrano poco con i comitati locali, ieri mattina, a ridosso di un porto blindato, c’è stata una non oceanica manifestazione, una cinquantina di persone, molte signore, tutto tranquillo. Quando la nave si avvicina, nella notte, chi non la voleva è ormai rassegnato, un’altra parte della cittadinanza invece è soddisfatta, perché spera che dalle compensazioni possa iniziare, chissà, la rinascita di Piombino.

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VOLANTINI

Pomeriggio di attesa.

Vicino al Comune, nel bel centro storico, tra Spritz e discussioni, si sviluppa la passeggiata domenicale e sta facendo volantinaggio la Lega: contro lo stop dei motori a benzina nel 2035, anche se ci sono pure i cartelli «no al rigassificatore». Venturino Vecoli ha 84 anni, prima di andare in pensione per una vita ha guidato l’ambulanza. Anche lui fa volantinaggio con la Lega ma precisa: «Io non sono contrario al rigassificatore, anzi. Pensa davvero che alle famiglie non farà comodo uno sconto sulle bollette del 25 per cento? Di questi tempi sa quanto è importante? Io non credo che sia pericoloso, però ricordiamoci delle acciaierie: uno stabilimento di quel tipo non aveva delle insidie? Però nessuno si lamentava, perché ciò che contava era che dava lavoro a migliaia e migliaia di persone, di famiglie. Oggi però le acciaierie sono poca cosa, ci serve altro». Da dieci anni ci sono gli ultimi 1.500 operai in cassa integrazione, l’impianto ha una proprietà indiana, ma di fatto ci lavorano solo in 300. Non tutti però al banchetto leghista la pensano come Venturino Vecoli. Il capogruppo in consiglio comunale, Paolo Bianchi, circondato da altri attivisti, spiega: «Lo sappiamo che a livello nazionale il governo sta andando dritto e che la decisione era stata presa da quello precedente, con Draghi. Certo anche la Lega ne faceva parte, ma a livello locale noi la pensiamo diversamente. Noi vogliamo difendere il territorio». Ieri sera, dei decisori politici, si è presentato solo il dem Eugenio Giani, presidente della Toscana e commissario per il rigassificatore («l’Italia deve dire grazie a Piombino»). Tra Tirreno e Adriatico si sta materializzando un paradosso: Ravenna, governata dal centrosinistra, ha accettato senza polemiche il rigassificatore, senza creare dunque grane a un governo del centrodestra; Piombino, governata dal centrodestra, ha un sindaco che ha presentato ricorso al Tar e che continua a opporsi a una scelta non rinnegata dal governo del centrodestra. Ferrari, che è di Fratelli d’Italia, in una intervista al Corriere fiorentino, ha evitato polemiche con Roma, ma ha anche detto: «Con la Meloni abbiamo parlato più volte. Ma prima. Da quando è premier non è successo». E allora meglio aspettare la nave: è lunga quasi 300 metri, costata 350 milioni di dollari a Snam che l’ha acquistata a Singapore, potrà rigassificare 5 miliardi di metri cubi all’anno, tecnicamente si chiama Fsru (Floating Storage and Regasification Unit) ed entrerà in funzione tra aprile e maggio, quando le prime due metaniere consegneranno il gas alla temperatura di meno 160 gradi per poi essere rigassificato dalla nave e immesso in un gasdotto che porta alla rete di trasporto nazionale. Nella notte servono due rimorchiatori per farla avvicinare al porto, ma bisogna tornare al banchetto della Lega per chiarire il paradosso di Ravenna, dove la popolazione non fa le barricate, e Piombino che ricorre al Tar e organizza manifestazioni, nonostante il rigassificatore resterà solo tre anni. «Ma lei ci crede alle promesse dei tre anni?» rispondono al banchetto della Lega. Gli si fa osservare che la Lega è al governo, dunque dovrebbero fidarsi. Provano a spiegare: «Vede, rispetto a Ravenna, qui la situazione è molto differente. Da quelle parti prima di tutto resterà più al largo, lontano dalla città, ma soprattutto lì c’è una tradizione industriale, ci sono le piattaforme petrolifere. Noi qui abbiamo solo problemi».

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DIMENTICATI


Spostiamoci, non solo fisicamente, ma anche politicamente. Perché se c’è imbarazzo a destra per lo sdoppiamento tra centro e periferia, lo stesso si può dire anche nel Pd. Giani sostiene l’impianto, il segretario della federazione locale, Simone De Rosas, un imprenditore, ha invece delle perplessità. «Piombino è una città in crisi, con gli operai in cassa integrazione, di cui ci si è dimenticati per quindici anni - dice - Si ricordano solo ora di Piombino, per il rigassificatore, senza spiegare alle persone in modo esaustivo le caratteristiche dell’impianto. È normale che ci sia questo tipo di reazione e di diffidenza».

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