«Mamma ho perso…le ceneri di nonno». Ma l’aereo poi l’avrà preso? Si stenta a credere che tra portafogli, orologi e borse, qualcuno possa dimenticare i resti “caro estinto”. Eppure è quanto accaduto all’aeroporto di Fiumicino dove un’urna cineraria è stata trovata abbandonata prima dei varchi di sicurezza. Ma c’è anche una sposa che ha perso l’abito delle nozze, un anziano che ha dimenticato la sua dentiera, un altro la sua bombola d’ossigeno. C’è anche il claudicante “miracolato” che ha lasciato le stampelle prima del decollo.
Oggetti smarriti che raccontano le storie di migliaia di viaggiatori smemorati, ritrovati nell’area dello scalo romano che gli addetti ai lavori definiscono “lato città”, ovvero prima dei controlli di sicurezza.
Dimenticati per distrazione, fretta o abbandonati prima della partenza per evitare un extra sul bagaglio o problemi ai controlli. Prima della pandemia erano circa 100 gli oggetti smarriti ogni giorno all’aeroporto di Fiumicino, oggi con il traffico aereo ridimensionato sono una trentina. «È da circa 15 anni che Aeroporti di Roma sviluppa e organizza il servizio di recupero oggetti smarriti per conto di Enac. Nel magazzino di temporanea custodia - spiega Massimo Ilariucci Security manager di AdR - si passa da articoli ordinari come valige con abbigliamento, a stampelle ortopediche e passeggini per bambini fino a oggetti stravaganti come le racchette da trekking».
Una volta i “pezzi” venivano messi all’asta, tanto da ispirare programmi tv di canali tematici del digitale terrestre, ma oggi le vendite all’incanto sono state sospese per il Covid. Di regola gli oggetti smarriti restano nel deposito per un mese e poi vengono trasferiti in un altro magazzino, campionati e tenuti in custodia per un anno. Dopodiché diventano di proprietà dello Stato e messi all’asta. Si tratta di acquisti “al buio”, valige e scatole dove si può trovare di tutto dai vestiti firmati all’argenteria. I compratori possono scoprire solo dopo essersi aggiudicati il lotto se all’interno c’é un tesoro o un “pacco” pieno di cianfrusaglie.