Tentano di violentare un ragazzo e gli strappano con un morso mezzo orecchio: un leccese tra gli arrestati

Tentano di violentare un ragazzo e gli strappano con un morso mezzo orecchio: un leccese tra gli arrestati
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Lunedì 26 Ottobre 2015, 20:18 - Ultimo aggiornamento: 21:26

Tentano di violentare un ragazzo, lo picchiano selvaggiamente e gli portano via con un morso mezzo orecchio. Tra i quattro ragazzi ritenuti responsabili di un’aggressione di gruppo c’è anche un giovane leccese di 20 anni.

La spedizione punitiva è avvenuta a Francavilla ed era stata decisa per vendicare il presunto furto, durante un rave party organizzato in Puglia lo scorso luglio, di 20 francobolli contenenti droga del tipo Lsd: è quanto, secondo gli investigatori, si e' verificato a Francavilla Fontana la sera dell'8 ottobre scorso quando due uomini e una donna, con la complicità di una 19enne del posto, hanno adescato con l'inganno un 25enne barese e dopo averlo condotto in un casolare lo hanno picchiato con calci, pugni, colpi di catena e morsi.

I tre avevano con sè un pitbull e hanno anche tentato di violentare il giovane al quale hanno provocato diverse fratture facciali, traumi anche alle orbite oculari e mutilazioni alle orecchie. Si sono fermati solo perché disturbati dal passaggio di alcune autovetture. La vittima è stata poi abbandonata in strada, nella zona industriale di Francavilla Fontana, dove alcuni passanti hanno segnalato ai carabinieri la presenza di un ragazzo nudo, in stato di incoscienza.

Ora non è più in pericolo di vita. Secondo quanto appurato dai carabinieri, coordinati dal pm Valeria Farina Valaori, si e' trattato di una azione premeditata messa in atto da quattro giovani.

Gli arrestati. Oltre alla giovane brindisina usata come esca, Miriana Sportillo, posta ai domiciliari, c'è un ventenne di Lecce, Antonio Monaco, 20 anni detto "Il diavolo", due persone senza fissa dimora, un uomo di 34 anni, Andrea Gennari, detto "Lampadina" e una donna di 30, Roberta Zangoli, detta "Sprilly" entrambi originari della provincia di Rimini. Si trovano ora nel carcere di Brindisi. I contatti fra i quattro sarebbero avvenuti su Facebook dove utilizzano i rispettivi soprannomi.

Le indagini dei carabinieri, che non hanno potuto inizialmente contare sulle dichiarazioni della vittima per via delle sue gravi condizioni di salute, sono state fatte attraverso le immagini di telecamere di sorveglianza e il confronto dei dati ricavati dai tabulati telefonici. «Non è un episodio di disagio giovanile - ha spiegato il procuratore della Repubblica, Marco Dinapoli - ma un gesto attuato con le modalità operative della criminalità organizzata».

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