La speranza che nasce dal rock
Al Parco Gondar arrivano i Negrita

La speranza che nasce dal rock Al Parco Gondar arrivano i Negrita
di Ilaria MARINACI
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Venerdì 17 Agosto 2012, 17:01 - Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 11:39
LECCE - Parafrasando il titolo del loro ultimo singolo, sar una notte “di ordinaria magia” quella di stasera al Parco Gondar di Gallipoli per l’atteso concerto dei Negrita (ore 22 – ingresso 25 euro).
La band toscana, infatti, fa tappa alla dodicesima edizione del Salento Summer Festival con il suo “Dannato vivere Tour”, dal titolo dell’omonimo album pubblicato con la Universal ad ottobre dello scorso anno, che ha ottenuto un grande riscontro nelle vendite. D’altra parte, i Negrita – ovvero Paolo “Pau” Bruni, Enrico Salvi “Drigo”, Cesare Petricich “Mac”, Franco Li Causi “Frankie” e Cristiano Dalla Pellegrina – dettano legge nel panorama musicale pop-rock italiano dal 1994, sfornando a intervalli regolari successi che sono diventati classici, da “Mama maè” a “Radio Conga”, da “Ho imparato a sognare” a “Gioia infinita”, da “L’uomo sogna di volare” a “Che rumore fa la felicità”. Un viaggio musicale, il loro, che li ha fatti ora approdare all’ultimo album, forse il più autobiografico, di sicuro quello maggiormente figlio dei tempi.



Pau, come sta andando questo tour estivo dopo il sold out delle date invernali nei palasport?

«In questo clima di disfatta economica generale, direi che ce la stiamo cavando bene. Qualcuno dice che il nostro sia il miglior tour di quest’estate e io ringrazio».



Perché avete definito “dannato” questo vivere di oggi?


«C’è una crisi trasversale che si è diffusa in tutti gli strati sociali e in tutti i campi lavorativi. Un periodo così nessuno di noi viventi l’ha mai conosciuto perché le ultime crisi erano ben precedenti alle nostre nascite. Quindi, bisogna, nell’accezione toscana del termine, “dannarsi” per sopravvivere».



Ma nelle vostre canzoni non manca la fiducia nel futuro, un indispensabile anelito di ottimismo...

«Il ragionamento è stato un po’ questo. In effetti, quando scrivevamo l’album, eravamo già perfettamente coscienti di ciò che stava succedendo. Abbiamo preferito usare un messaggio globale del disco che si rivolgesse più alla speranza che non alla depressione. Di sicuro, quando affrontiamo un album, non ci limitiamo ad un tema unico ma cerchiamo di concentrarci su tutto il panorama completo delle cose che osserviamo, che ci colpiscono e che ci emozionano, nel bene e nel male. Raccontiamo la nostra vita, fondamentalmente. In “Dannato vivere” ci siamo rivolti di più al lato speranzoso del messaggio e abbiamo optato per infondere fiducia in chi ci ascolta e in noi perché, mentre scrivi, parli a te stesso e tiri fuori le emozioni che hai dentro. Abbiamo cercato, insomma, di dare coraggio anche a noi, che siamo padri di famiglia, abbiamo piccolini da crescere e siamo preoccupati come tutti».



A che punto del vostro percorso musicale vi sentite?

«È un po’ difficile fare calcoli di questo tipo in divenire. Direi che siamo qui. Ancora vivi e vegeti».



Chiuderete il tour a Modena con un concerto in cui parte dell’incasso andrà ai terremotati dell’Emilia...

«Ci avevano chiamati a partecipare ad un paio di situazioni appena dopo il sisma ma, per un motivo o per un altro, non siamo potuti andare e, quando è venuta fuori questa data, che è di recupero rispetto a quella saltata a Imola, insieme ai promoter locali, abbiamo deciso di devolvere parte dell’incasso per una scuola di Finale Emilia».



Ecco i nomi dei vincitori dei biglietti per il concerto dei Negrita, grazie all’intesa tra Quotidiano, Parco Gondar, Cube Festival e Microbati: Annalisa Giannelli (16/02/83) di Galatone, Alessio Mele (07/07/87) di Casarano, Eleonora Provenzano (29/11/83) di Parabita, Marianna Travaglini (29/96/91) di Larino e Manuela Vergori (17/07/83) di Carmiano.


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