Dalle prime ore di questa mattina è in corso a Foggia un blitz contro il caporalato: 30 finanzieri del Gruppo di Foggia stanno eseguendo 4 ordinanze di custodia cautelare (arresti) nei confronti di altrettante persone indagate per intermediazione e sfruttamento del lavoro.
Le indagini
Le indagini sono state svolte in collaborazione con lo SCICO di Roma e il GICO del Nucleo PEF Bari e sono state avviate a seguito della denuncia di un cittadino extracomunitario che segnalava di aver lavorato, unitamente ad altri suoi connazionali nella raccolta delle olive, senza essere stato messo in regola e retribuito. Al centro delle indagini un 'caporalè proveniente dalla Costa d'Avorio che, in contatto con alcune cooperative agricole locali, si occupava di reperire i braccianti e trasportarli, stipati in un furgone, dalle baracche della ex pista di Borgo Mezzanone ai campi.
Lo sfruttamento
Avrebbero sfruttato centinaia di braccianti di origine africana, per lo più reclutati nel ghetto di Borgo Mezzanone ed impiegati in condizioni di lavoro degradanti nelle campagne del foggiano.
Sulla base del quadro indiziario raccolto, anche mediante intercettazioni telefoniche e documenti (brogliacci, appunti, «pizzini») rinvenuti nel corso delle perquisizioni effettuate mentre erano in corso i lavori nei campi, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto gli arresti domiciliari per il presunto «caporale» ed i gestori di 2 cooperative agricole, unitamente al sequestro del mezzo utilizzato e dell'illecito profitto conseguito.