Irpef, Napolitano firma il decreto dopo i chiarimenti di Padoan. Il ministro: nessuna patrimoniale

Pier Carlo Padoan
Pier Carlo Padoan
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Giovedì 24 Aprile 2014, 18:44 - Ultimo aggiornamento: 18:48
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il decreto Irpef, che fra l'altro prevede la restituzione di 80 euro al mese a 10 milioni di italiani. Il capo dello Stato aveva ricevuto questa mattina al Quirinale il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. L'incontro al Colle tra il presidente della Repubblica e il titolare del Tesoro è servito - secondo quanto si è appreso - per ulteriori chiarimenti e uno scambio di opinioni sul decreto Irpef.



Meno tasse sulle imprese e su «chi crea lavoro», «nessuna nuova tassa sulla ricchezza», ma «un aumento del prelievo sui guadagni della ricchezza finanziaria». Con l'obiettivo che «la finanza sia al servizio di impresa e lavoro». È quanto afferma il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan in due tweet. «Tagliamo le tasse per le imprese (IRAP -10%) - scrive Padoan nel primo tweet -. Aumentano le tasse sulle rendite finanziarie. La finanza sia al servizio di impresa e lavoro». Il ministro, aggiunge poi in un secondo cinguettio: «Quindi nessuna nuova tassa sulla ricchezza. Aumentano le imposte sui guadagni della ricchezza finanziaria, le togliamo a chi crea lavoro».



Nessuna assunzione, nemmeno per co.co.co o tramite contratti di servizio, per le amministrazioni pubbliche che registreranno, nei pagamenti delle fatture, tempi superiori ai 90 giorni nel 2014 e 60 nel 2015. Lo prevede la versione finale del decreto Irpef. Inizialmente, in un disegno di legge che non ha mai visto la luce, si ipotizzavano limiti di 60 e 30 giorni.



Un «registro unico delle fatture» dovrà essere tenuto dalle amministrazioni pubbliche a partire dal primo luglio. Sarà un obbligo ed entro 10 giorni dal ricevimenti vi andranno «le fatture o le richieste equivalenti di pagamento» per somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali. È quanto prevede sempre il decreto Irpef per tener aggiornati i debiti delle Pa. Questo nuovo adempimento è «parte integrante del sistema informativo contabile» delle amministrazioni.



Il governo riscrive le norme per la certificazione dei crediti della Pa, con nuovi strumenti per favorire la cessione dei crediti certificati. E sulla «posta» mette un gettone pari a 1 miliardo di euro: sarà attribuito in uno specifico fondo per integrare le risorse destinate alle garanzie rilasciate dallo Stato.