Bce, acquisto titoli per 60 miliardi al mese. Draghi: «Andremo avanti fino a settembre 2016»

Bce, acquisto titoli per 60 miliardi al mese. Draghi: «Andremo avanti fino a settembre 2016»
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Giovedì 22 Gennaio 2015, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 08:02

Mario Draghi alla fine imbraccia il bazooka. La Bce ha lanciato oggi un massiccio piano di acquisto di titoli di Stato da oltre mille miliardi di euro per sostenere l'economia dell'Eurozona. L'atteso piano di "quantitative easing", annunciato dallo stesso presidente dell'istituto centrale dopo la riunione del direttivo, prevede l'acquisto di 60 miliardi di bond governativi al mese a partire da marzo. Il programma durerà fino al settembre 2016, pari a un pacchetto complessivo di sostegno da circa 1.200 miliardi.

Draghi. Le misure di oggi aiuteranno contro i rischi per le aspettative d'inflazione, ha detto Draghi, spiegando le decisioni del direttivo. L'inflazione dell'Eurozona, ha aggiunto, sarà molto bassa, o negativa, nei prossimi mesi. Il piano varato oggi durerà fino a settembre 2016 e «in ogni caso» fino a quando «ci sarà una sostenuta correzione dell'inflazione, con l'obiettivo di un livello dei prezzi sotto ma vicino al 2% nel medio termine».

Borse su poi rallentano. La Borsa di Milano, subito dopo l'annuncio di Draghi, ha accelerato con l'indice principale Ftse Mib balzato quasi del 3% circa, per poi rallentare e accelerare di nuovo fino a chiudere con un balzo del 2,44%.

Spread giù. Il differenziale tra Btp decennale e Bund fa segnare un netto calo da 115 a 107 punti dopo le parole del presidente della Bce.

Il rendimento del decennale italiano scende all'1,634%.

Euro in calo. La moneta unica scivola sotto quota 1,15 dollari, fino a 1,1480, rivedendo i minimi del novembre 2003.

Il ritardo e l'ascensore. Draghi si è presentato con qualche minuto di ritardo alla conferenza stampa per illustrare le decisioni della Bce, prevista per le 14.30. «Non leggete troppo in questo piccolo ritardo», ha detto il presidente della Bce appena entrato in sala. «E' stata colpa dell'ascensore, non funzionava», ha aggiunto ridendo rivolto alla platea dei giornalisti, con un riferimento alla diverse vedute all'interno del Consiglio sul piano di acquisto titoli.

Il piano e i rischi. I rischi sui titoli comprati dalla Bce saranno condivisi solo fino a una quota del 20% sul totale. In pratica quindi l'80% del rischio rimarrà in capo alle banche centrali dei singoli stati.

«Si tratta di un programma molto grande - ha spiegato Draghi - e quindi da una parte abbiamo voluto mantenere il principio del "risk sharing", ed è per questo che abbiamo fissato il 20%, dall'altro abbiamo voluto prendere una decisione che mitigasse le preoccupazioni di alcuni dei paesi membri circa le possibili conseguenze fiscali non volute di possibili sviluppi futuri».

L'istituto centrale, inoltre, «ha un doppio limite» negli acquisti di titoli, pari al 33% per il debito di ciascun emittente e al 25% per ciascuna emissione.

«Dovrebbe chiederlo a persone che hanno queste preoccupazioni», ha poi detto Draghi, rispondendo alla domanda di un giornalista su quali siano i rischi in virtù dei quali la Bce non condividerà i rischi su gran parte dei titoli che comprerà, lasciandoli alle banche centrali nazionali.

Il presidente dell'istituto di Francoforte ha sottolineato che il consiglio direttivo della Bce è stato «unanime» sul fatto che il Quantitative easing sia un vero strumento di politica monetaria, mentre sulla necessità di lanciarlo «adesso», ha precisato, la decisione è stata presa «a larga maggioranza».

Secondo il presidente la maggioranza nel Consiglio era così ampia che non c'è stato bisogno del voto. Tuttavia rispetto alla definizione di Qe come strumento di politica monetaria il board è «stato unanime, lo dico - ha precisato Draghi - nel senso giuridico del termine. È uno strumento che fa parte di quelli a disposizione della Bce». Inoltre c'è stato «consensus sulla decisioni in merito alla condivisione dei rischi».

«Assolutamente no». Così poi Draghi ha escluso che le cedole sui titoli di Stato che verranno comprati dalle banche centrali nazionali possano essere utilizzate in futuro per un alleggerimento dei bilanci nazionali.

«Non c'è alcuna eccezione per la Grecia». C'è una deroga, che consente di comprare titoli con rating speculativo ma solo in presenza di un programma di assistenza, ha precisato Draghi parlando della Grecia.

Le altre decisioni della Bce. Alla riunione di oggi del direttivo la Bce ha poi lasciato il tasso principale di rifinanziamento fermo al minimo storico dello 0,05%. Il tasso sui prestiti marginali e quello sui depositi bancari restano rispettivamente allo 0,30% e -0,20%

Matteo Renzi, scrive il Wall Street Journal, si dice intanto in disaccordo con Angela Merkel sugli stimoli all'area euro dopo che la cancelliera nei giorni scorsi ha minimizzato le implicazioni dell'attesa decisione della Bce. «La Germania contro il resto del mondo potrebbe essere un errore», afferma Renzi al Wsj da Davos.

«Il mio sogno è la parità» tra euro e dollaro, aggiunge poi il premier. Il piano della Bce potrebbe infatti avere come effetto anche quello di indebolire ulteriormente l'euro, favorendo così le imprese esportatrici italiane. Nel 2014 l'euro ha perso il 12% circa rispetto al dollaro e attualmente viene scambiato poco sopra quota 1,15 sul biglietto verde.