Nilde, Teresa e le altre: breve storia delle Madri della Repubblica

Nilde, Teresa e le altre: breve storia delle Madri della Repubblica
di Paola ANCORA
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Sabato 13 Gennaio 2024, 22:15

«Durante il fascismo le donne sono salite su un gradino e da quel gradino non possiamo né vogliamo più scendere». La scalata per i diritti delle donne italiane è cominciata da quel gradino, di cui scriveva, sul settimanale Grazia nell'immediato Dopoguerra, un'anonima cittadina. Combattenti sulle montagne, staffette partigiane, operaie, segretarie, casalinghe, braccianti: le donne hanno tenuto il Paese sulle spalle durante il secondo conflitto mondiale ed è lì, annaffiato dal sangue e dal sudore, che il seme dell'emancipazione ha cominciato a germogliare. “Madri della Repubblica, le parole delle 21 donne della Costituente” è una raccolta di storie con la quale la casa editrice Kurumuny, in collaborazione con il Comune di Melpignano, ripara a un'ingiustizia durata 76 anni: tanti ne sono trascorsi da quando il capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola promulgò la Costituzione italiana. E lo fa con un cofanetto colorato che contiene i volti di Teresa Mattei, insegnante arrestata e stuprata dai nazisti; di Teresa Noce, operaia che già negli anni Quaranta esortava le donne a «dire "no"», elevando il rifiuto dello sfruttamento, delle ingiustizie, della sopraffazione a prima arma di lotta per l'emancipazione; di Maria De Unterrichter, mamma di Rosa Russo Jervolino, che mentre il vento della Liberazione soffiava ancora sulle canne fumanti dei fucili, parlava d'Europa prefigurandone potenzialità e limiti. Sono le donne in tutto 21 - elette all'Assemblea costituente e che con gli altri 536 componenti, in rappresentanza di tutti i partiti, hanno scritto la nostra Carta costituzionale. Donne che i libri di storia non citano mai e che in pochissimi conoscono, le prime ad aver avuto l'onore e la responsabilità di rappresentare milioni di italiane, fino a quel momento senza una voce pubblica.

L'incontro

Ieri i ragazzi del quarto e quinto anno del Liceo scientifico "Da Vinci" di Maglie hanno potuto ascoltare le storie di queste donne straordinarie dalla viva voce di Anna Finocchiaro, magistrato, già ministro della Repubblica e oggi presidente di "Italiadecide", associazione fondata da Carlo Azeglio Ciampi con Luciano Violante, Massimo Luciani e Giulio Tremonti fra gli altri; di Anna Cammalleri, consigliera del presidente della Regione Michele Emiliano per le Politiche integrate e di Cittadinanza attiva e di Giovanni Salvi, già procuratore generale della Corte di Cassazione, invitati dalla preside Annarita Corrado ad aprire una finestra proprio sulla Storia rimasta fuori dai libri ciascuno dalla prospettiva unica del proprio vissuto e del proprio sapere. Con l'obiettivo di «conoscere, coltivare la speranza, fare propri alcuni valori, diventare protagonisti - ha detto Corrado - di una crescita necessaria, che ci riguarda tutti».

In pochi sanno, per esempio, che «fu proprio Teresa Mattei ha detto Salvi - a far inserire all'articolo 3 della Costituzione, che dice che tutti i cittadini sono uguali, il passaggio "senza distinzioni di sesso" e fu sempre lei a volere che nella Carta fosse espressamente citata le necessità di rimuovere anche nei fatti tutti gli ostacoli che si sarebbero incontrati perché questa uguaglianze diventasse effettiva, reale». Il contributo delle madri costituenti, insomma, non fu circoscritto agli ambiti cui allora e purtroppo qualche volta anche oggi, si cerca presuntuosamente di confinare la competenza e una malintesa "indole" delle donne. Un atteggiamento che «andrebbe spazzato via dal tavolo della discussione una volta e per tutte. Sin dall'inizio dei lavori ha spiegato infatti Finocchiaro le donne dell'Assemblea costituente, che erano fra loro alleate perché consapevoli di quale forza collettiva sarebbe stata necessaria per far passare le loro idee e convinzioni, hanno insistito su due punti fondamentali per il nostro sistema costituzionale: l'uguaglianza e la partecipazione». Due cardini della democrazia senza i quali nessuna libertà sarebbe possibile, quella libertà «che oggi diamo forse un po' per scontata e che, invece, andrebbe sempre difesa perché queste donne ce l'hanno regalata a costo di inimmaginabili sacrifici e potrebbe svanire in un attimo» ha messo in guardia Salvi. Svanire insieme alla passione politica e alla volontà di partecipazione attiva di cui il voto è testimonianza; svanire insieme ai diritti conquistati nel corso di anni di battaglie comuni alle donne di tutti gli schieramenti. Si pensi alla cancellazione del delitto d'onore nel 1981 e, più tardi, alla trasformazione della violenza sessuale da reato contro il buon costume a reato contro la persona: Finocchiaro scrisse il testo, Alessandra Mussolini ne relazionò in Parlamento, dopo «decine di riunioni clandestine, benedette da Nilde Iotti e all'insaputa dei capigruppo dei partiti che, comunque, facevano resistenza» ha raccontato la presidente di Italiadecide ad una platea di studenti attentissimi.
«Molto è stato fatto, pur con difficoltà. Ma una politica che sostenga la donna e contestualmente sostenga la formazione di nuove famiglie - ha riflettuto Cammalleri - manca ancora. Spesso diciamo ai ragazzi che sono "il nostro futuro" e a me questa frase non piace. Non piace perché stiamo lasciando loro un ambiente disastrato, un mondo pieno di conflitti, una crisi economica difficile e vogliamo anche caricarli di questa ulteriore responsabilità, essere il nostro futuro. Quale sarà la nostra eredità? A che capitolo della storia siamo arrivati? Dobbiamo chiedercelo».
Ed è a questo punto che «Polimeno Emiliano, quinta A» - un nome che è stato e promette rivoluzione - si è alzato dal fondo dell'aula magna per dire che «se tanto c'è ancora da fare è perché le generazioni che ci hanno preceduto hanno commesso degli errori.

Fra noi, oggi, differenze con le ragazze non ne vediamo né le sentiamo, non ci appartengono più». E poco importa che questa sia verità diffusa o un'isolata eccezione: il seme è piantato. Adelante Emiliano, la strada è ancora lunga, ma percorrerla insieme sarà bellissimo.

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