Forse dire che in un futuro distopico i libri saranno completamente sostituiti dai podcast è un tantino azzardato, ma in un Paese dove non si legge quasi più – solo il 39 per cento degli italiani legge almeno un libro l'anno e solo il 16 per cento è un lettore forte secondo gli ultimi dati Istat - colpisce il costante calo delle vendite del tradizionale libro di carta e l’altrettanto progressivo aumento dei fruitori (soprattutto giovanissimi) di "storie che si ascoltano". I podcast, appunto.
Se il timore è quello che il podcast sostituisca il libro tradizionale, provocazioni a parte, bisogna stare tranquilli. Del resto, la storia insegna che la televisione non ha “cancellato” la radio, come pure si temeva, e che l’informazione sul web non ha completamente sostituito quella su carta stampata. Semplicemente, nuovi e vecchi media coesistono, convivono più o meno pacificamente e si contaminano, rimandando in continuazione l’uno all’altro in un processo che può essere anche virtuoso.
L'esperto
Lo spiega bene Corrado Punzi, ricercatore universitario e docente di Sociologia dei processi culturali e new media alla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università del Salento. «Queste paure sono sovrastimate - dice - e la storia lo dimostra.
È innegabile, però, che il podcast esercita un’irresistibile attrazione nei confronti di giovani e giovanissimi, che possono informarsi o “leggere” in ogni momento della giornata e in ogni luogo, utilizzando uno strumento sempre a portata di mano: il loro cellulare. E sta proprio qui il segreto del successo del podcast: una sorta di trasmissione radiofonica registrata, fissata nel tempo e disponibile per l'ascolto on-demand, spesso secondo la formula della serialità resa familiare da Netflix e dalle altre piattaforme di condivisione di contenuti multimediali.
Di podcast se ne trovano ormai di ogni argomento: dalle storie dei brand all'attualità, passando per la storia, la psicologia, la mindfulness o i casi di cronaca nera. Di più: se fino ad ora è stato abbastanza comune che podcast di successo trovassero la loro naturale "sublimazione" nella forma del tradizionale libro di carta, oppure che i podcaster più seguiti approdassero alla scrittura e quindi alla libreria, ora la tendenza sembra iniziare ad invertirsi. Naturale, allora, che siano gli editori tradizionali ad avvicinarsi a questo mondo multimediale per attrarre sempre più fruitori. Forse anche con la segreta speranza che sia proprio il podcast a suscitare l’interesse per il libro e a stimolare un ritorno alla lettura.
L'iniziativa di Laterza
Fa scuola Laterza, che ora diventa editore e produttore per Rai Play Sound di “Storia del mare”, un podcast in 14 puntate che ricalca l’omonimo libro di Alessandro Vanoli, edito dalla stessa Laterza lo scorso anno, ma che - attraverso il dialogo con gli storici e le letture di voci note (come quella di Vinicio Capossela) -
Storia del mare
Si può iniziare ad ascoltare una storia con le cuffie in palestra, poi sospendere la fruizione e riprendere a casa utilizzando Alexa, mentre magari si sta anche rassettando l’armadio. «C’è sempre meno tempo per fare esperienza della lettura - prosegue Punzi - mentre il podcast rende infinitamente più agevole la fruizione di prodotti culturali. Senza contare l’aspetto dell’inclusività, per cui un contenuto audio è perfettamente fruibile da parte di chi, ad esempio, ha disabilità visive. Naturale che gli editori tradizionali si rivolgano ora anche verso questo prodotto, perché intravedono possibilità che il romanzo scritto non offre».