Winspeare: «Con "Didi" racconterò l'Europa». Protagonista del nuovo film l'iconica Dominque Sanda

Il regista ha già girato la prima parte in Transilvania e ora completerà le riprese nel Salento. La storia è ispirata alla vita della madre

Winspeare: «Con "Didi" racconterò l'Europa». Protagonista del nuovo film l'iconica Dominque Sanda
di Alessandra LUPO
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Venerdì 8 Settembre 2023, 16:28 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 17:47

Dopo il teatro essenziale delle piccole comunità del Capo di Leuca, dove il folclore quasi vernacolare veniva utilizzato per veicolare l’universalità delle relazioni umane e spirituali, Edoardo Winspeare torna a confrontarsi con la dimensione internazionale, bagaglio naturale della sua famiglia che già in passato aveva fatto capolino nella sua filmografia. 
Lo fa tornando dietro la cinepresa con “Didi”. Il nome della pellicola è provvisorio e potrebbe lasciare spazio a “L’ora d’oro”. Ma la storia, già girata nelle scene ambientate in Transilvania, è invece scolpita nella mente del regista perché ispirata a sua madre, discendente da una famiglia aristocratica austro-ungherese. Attraverso i suoi occhi, che nel film saranno quelli dell'attrice Dominique Sanda, icona cinematografica già cara a Bertolucci e De Sica (e quelli della sua controparte nella storia) si risalirà il corso della Storia.


Edoardo Winspeare, dopo le riprese in Ungheria, ora girerete in Italia. Dove?
«Nel Basso Salento. Girerò nei miei soliti luoghi: Tricase, Leuca, Castro. Forse Lecce».


Eppure questo film rompe con l’atmosfera della sua “Macondo” di In grazia di Dio e La vita in Comune.
«Per certi versi no, perché una parte sarà ambientato a Depressa, la frazione di Tricase legata alla storia della mia famiglia e che compare negli altri film. Ma è vero, in questo caso non userò solo il locale per raccontare l’universale. La storia di mia madre inizia da troppo lontano. E questo film è ispirato a lei».


Cosa l’ha ispirato?
«La protagonista è un personaggio inventato ma l’idea è arrivata quando mia madre iniziò a non stare bene. Alcuni farmaci le davano delle allucinazioni».


Di che tipo?
«Emergevano episodi della sua infanzia durante la seconda guerra mondiale. E spesso in quei momenti parlava in ungherese. Mia madre discendeva da un’antica famiglia aristocratica che viveva in Transilvania e in casa si parlavano ungherese, tedesco e francese. Dopo imparò anche inglese e italiano. Nel film abbiamo deciso di utilizzare tutte le lingue originali, insieme al dialetto salentino».


Come farà irruzione il dialetto in una storia alla Tolstoj?
«Quando lei si ammalò cercammo una badante. Venne a galla la memoria dei vecchi conflitti etnici, lei voleva essere assistita da una donna italiana. Così arrivò Anna, salentina di origini contadine. Nel film si chiamerà Vita e sarà impersonata da Celeste Casciaro.

Dal loro incontro nacque una profonda amicizia che è alla base di questo film».


L’amicizia tra due donne con la Storia sullo sfondo?
«Il film è la storia dell’incontro tra una vedova, che era stata sposata con un duca e aveva un castello nel Salento, che negli ultimi anni stringe amicizia con la sua badante. L’ambizione è raccontare l’Europa attraverso il rapporto tra queste due donne. Attraverso il confronto tra due classi sociali se vogliamo in parte scomparse. Attraverso gli incubi di Didi raccontiamo i drammi del ‘900. Compreso quello delle persecuzioni contro gli ebrei».


La sua famiglia fu toccata da questo dramma?
«Mio nonno fu imprigionato dai russi e si narra che gli spararono a salve per due volte. Ma nel film c’è anche un caso di “cattiva coscienza” legato alla sorte di una giovane ebrea».


Ha scritto questo film con l’inseparabile Alessandro Valenti.
«Il film è scritto da me e Alessandro in collaborazione con Mariangela Barbanente».


Per la produzione si è affidato alla sensibilità di Donatella Palermo.
«Si, lei è nota per Tano da morire, per il quale fu nominata per un Nastro d’argento al miglior produttore. Nel 2016 ha prodotto il documentario di Gianfranco Rosi Fuocoammare premiato con l’Orso d’oro per il miglior film al Festival di Berlino».


La protagonista sarà Dominique Sanda, icona del cinema internazionale. Da Bertolucci in poi.
«Sì, sono molto felice di averla in questo film in un ruolo così complesso come quello di Didi».


Il resto del cast?
«I miei attori abituali: Ninni Bruschetta, Franco Ferrante, Barbara De Matteis, Laura Licchetta, poi c’è Anna Boccadamo, la vera badante di mia madre, che farà la mamma di Vita».


Un’altra grande foto collettiva della sua comunità.
«Sì, mi piace che la vita di tutti noi si intrecci alle mie storie. Le rende nostre. In buona parte lo sono già».
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