«Vorrei dire una cosa al ministro Cingolani, che ci fa sapere attraverso le pagine dei giornali che ripartono le centrali a carbone, e qui a Brindisi c'è la principale centrale a carbone d'Italia». Il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi, dal palco della conferenza programmatica di Europa Verde, a Roma, lancia la sfida al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. «Con chi ha discusso - chiede facendo riferimento proprio al ministro - di tornare a bruciare milioni di tonnellate di carbone? E' venuto a confrontarsi con il nostro territorio? O pensa che ancora esistano territori che possono essere a disposizione dell'interesse nazionale e del governo, spremuti come limoni, sui quali si lasciano le ferite, la disoccupazione di ritorno, e poi se la devono vedere le amministrazioni locali con tutto il disastro che è stato provocato e sul quale non c'è possibilità di intervenire?».
La sfida
Da qui nasce la provocazione del sindaco di Brindisi, rivolta direttamente a Cingolani. «Prima di fare un provvedimento di questo tipo - dice Rossi - gli direi di venire a Brindisi, di venire a confrontarsi, di farci capire qual è la sua soluzione, perché noi ne abbiamo altre: c'è l'eolico offshore, ci sono le rinnovabili.
L'inquinamento
Ma il sindaco ha parlato anche degli effetti del “vecchio” modello di sviluppo sull'ambiente, sulla salute e perfino sull'etica, soprattutto pubblica. «Abbiamo avuto - ricorda - i sindaci arrestati, le tangenti. Qualcuno accusa noi, come movimento, di avere fermato il rigassificatore. Ma non racconta che, in realtà, il rigassificatore a Brindisi è stato fermato dalle indagini della magistratura, con gli arresti e la confisca del sito. Perché c'è un inquinamento profondo dell'ambiente e della salute ma c'è anche un inquinamento morale ed etico che si accompagna con queste politiche di sviluppo».