Controlli sulle navi: 5 indagati per corruzione. L'inchiesta

Controlli sulle navi: 5 indagati per corruzione. L'inchiesta
Controlli sulle navi: 5 indagati per corruzione. L'inchiesta
di ​Erasmo MARINAZZO
3 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Dicembre 2023, 22:30 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 13:05

Telefoni cellulari, tablet e computer sequestrati a due ufficiali della Capitaneria di porto di Brindisi e a tre imprenditori del settore navale. C’è un’inchiesta.
Un’inchiesta condotta dalla Procura di Brindisi con l’aggiunto Antonio Negro e i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria per accertare se è vero che i due militari della Capitaneria avrebbero ricevuto denaro o altri benefici per chiudere un occhio sulle ispezioni delle navi di linea per accertare la sussistenza dei requisiti di sicurezza. E se, dunque, quelle navi avrebbero attraversato il Canale d’Otranto mettendo a repentaglio la sicurezza dei trasporti: passeggeri, equipaggio merci, porti d’attracco ed altre navi in transito sulle stesse rotte.

I reati


Corruzione, tentata concussione e falso in atto pubblico le ipotesi di reato ravvisate in questa fase dell’inchiesta a carico di cinque indagati, i due ufficiali ed i tre imprenditori, per verificare se ci siano riscontri ai fatti riportati nella denuncia-querela presentata da un addetto ai lavori che si sarebbe trovato al cospetto di questo presunto modus operandi scegliendo di rivolgersi all’autorità giudiziaria piuttosto che entrare a farne parte sottostando alle richieste - tutte da accertare - di denaro o di altre utilità economiche.
Gli accertamenti procedono speditamente, ieri mattina il procuratore aggiunto Negro ha conferito il compito di estrarre una copia forense dei supporti informatici al consulente Silverio Greco. 
Due mesi il termine indicato per portare a termine questa procedura, si sono riservati di nominare un perito i legali degli indagati, gli avvocati difensori Renata Minafra, Marco Masi, Gian Vito Lillo, Giuseppe Guastella, Cesare Pronat e Stefania Dello Monaco.
Al vaglio della difesa anche l’opportunità di chiedere l’interrogatorio con il magistrato per fornire a stretto giro una ricostruzione dei fatti diversa da quella ipotizzata - al momento - dall’accusa.

L'inchiesta 


Si dovrà chiarire, nella sostanza, se è vero che alcune navi abbiamo lasciato gli ormeggi del porto di Brindisi con verifiche o parziali o del tutto mancanti sui requisiti di sicurezza. Una prassi che sarebbe rimasta in voga fino a pochi giorni fa, un’altra circostanza in corso di accertamento.
Nei supporti informatici gli inquirenti cercano eventuali tracce di chat di presunti accordi sottobanco fra gli indagati come anche di forzature, di dichiarazioni false o di tentativi di costringere gli imprenditori del settore navale a versare somme di denaro o altre utilità.
Al vaglio anche tutta la documentazione riguardante i controlli svolti, e che si sarebbero dovuti svolgere, su alcune navi di linea. È una prassi pensata dal legislatore per garantire la sicurezza alle navi in viaggio per migliaia di migliaia di miglia e che riguardano il possesso di tutte le certificazioni, i servizi antincendio, la formazione del personale, le scialuppe di salvataggio, la simulazione del piano di emergenza in caso di naufragio o di incendio ed in generale il managment della sicurezza. 
Altra circostanza che sta appurando l’inchiesta è se i due ufficiali della Capitaneria di Porto di Brindisi avessero i requisiti per effettuare le ispezioni sulle navi. 
Solo ipotesi investigative al momento, è bene chiarirlo. Un atto dovuto, l’inchiesta, dopo la presentazione dell’esposto-querela. Se saranno trovati riscontri, se la verità sia quella di chi ha denunciato o un altra, sarà chiaro fra qualche mese quando il magistrato titolare del fascicolo dovrà stabilire se chiedere l’archiviazione oppure chiudere l’inchiesta in prospettiva del processo, dopo avere accertato anche se è vero che sia stata messa a repentaglio la sicurezza dei trasporti marittimi. Ferma restando la presunzione di non colpevolezza degli eventuali imputati fino al pronunciamento dell’ultimo grado di giudizio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA