Salta l’ipotesi delle dimissioni:
la sfiducia approda in Consiglio

Salta l’ipotesi delle dimissioni: la sfiducia approda in Consiglio
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Giovedì 26 Gennaio 2017, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 13:31
Salta anche l’ultimo tentativo di far cadere l’amministrazione senza passare dal consiglio comunale. Era la terza volta, dopo il blitz di martedì mattina e la riunione da Impegno Sociale martedì sera, che i diciassette tra consiglieri di opposizione e “indipendenti” dei Coerenti per Brindisi tentavano la spallata definitiva alla sindaca Angela Carluccio.
Segretissimo, o quasi, il luogo della riunione: la concessionaria Bmw di Nando Marino, alla zona industriale. Anche se dall’esterno, con luci spente e cancelli chiusi, tutto sembrava tranquillo, all’interno si consumava il colpo di scena. Quasi tutti, infatti, pensavano di essere lì per firmare, di fronte al notaio, le dimissioni. In realtà, però, non solo il notaio non c’era - erano assenti, in realtà, anche il fondatore di Impegno Sociale Carmelo Palazzo, per problemi di salute e Marika Rollo - ma Luperti era arrivato con un’idea molto diversa: portare la sfiducia in consiglio comunale, aspettando il prossimo 13 febbraio, giorno fissato (ancora ufficiosamente) per la discussione della mozione in aula ma anche giorno nel quale scadranno i venti giorni che la legge concede al sindaco prima che le sue dimissioni diventino effettive ed irrevocabili.
 
«In serata, così come previsto, si sono riuniti - si legge in una nota a firma di Luperti - i diciassette consiglieri comunali firmatari della mozione di sfiducia ed hanno deciso, con senso di responsabilità nei confronti dei cittadini di Brindisi, di partecipare alla seduta consiliare del 30 gennaio per approvare i provvedimenti necessari alla rottamazione delle cartelle Abaco relative alla tassazione comunale. Il gruppo dei “Coerenti per Brindisi”, inoltre, ha chiesto che la mozione di sfiducia venga discussa in consiglio comunale, il prossimo 13 febbraio, così come proposto inizialmente. Tale richiesta è stata condivisa dai presenti».
Poi, il capogruppo dei Coerenti per Brindisi ha aggiunto spiegato il percorso che lo ha portato alla decisione. «Prima della riunione - racconta - ho incontrato Marika Rollo e Francesco Silvestre. Sono convinto che l’opportunità di far cadere l’amministrazione subito l’abbiamo avuta non martedì sera ma martedì mattina, col blitz in conferenza dei capigruppo. Era quello il momento giusto, perché nelle cinque ore successive gli altri si sono attrezzati ed hanno deciso come muoversi. Questa è una partita a scacchi».
Il timore che qualcuno dei diciassette possa cambiare idea e non votare la sfiducia in consiglio comunale, però, è concreto. «Chi si venderà - risponde Luperti - si prenderà la responsabilità politica della sua scelta».
Getta acqua sul fuoco Nando Marino, che tra l’altro incassa la valutazione positiva di tutta l’opposizione sulla mozione per la “rottamazione” delle cartelle esattoriali, presentata proprio dal suo gruppo insieme al consigliere Teodoro Scarano, che sarà discussa nel consiglio comunale del 30.
«È stata - riferisce - una riunione molto serena. Intanto perché è palese che l’intenzione, da parte di tutti, non è cambiata e resta quella di mandare a casa l’amministrazione. Però non possiamo che prendere atto che, dopo quanto accaduto martedì sera, Luperti e Rollo hanno deciso di chiudere la questione con un dibattito in consiglio comunale. Confermiamo dunque la partecipazione ai prossimi Consigli, a partire da quello del 30 gennaio, nel quale, proprio su proposta mia e di Scarano, si discuterà la tanto attesa rottamazione dei tributi comunali. Fermo restando che da parte nostra rimane la volontà di chiuderla prima, con le dimissioni, perché Brindisi in questo momento ha bisogno di serenità, di chiudere questa brutta pagina di politica. Ma rispettiamo il discorso politico di Luperti e andiamo avanti, sicuri che nessuno dei 17 cambierà idea nel frattempo».
Hanno dovuto prendere atto della decisione anche i consiglieri di Brindisi Bene Comune Riccardo Rossi e Giuseppe Cellie. «Noi - spiegano - avremmo voluto chiudere oggi o al massimo domani (oggi per chi legge, ndr) ma a questo punto le firme erano insufficienti. Aspetteremo, quindi, il giorno del consiglio comunale anche se avremmo preferito una soluzione più rapida, perché con quelle dimissioni la sindaca, in modo sfrontato, ha aperto il mercato, la caccia al consigliere, essendo evidentemente pronta ad accogliere chiunque, indipendentemente dalla sua provenienza».
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