Prima un drink per stordirla, poi la violenza sessuale: 31enne a processo

Prima un drink per stordirla, poi la violenza sessuale: 31enne a processo
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 2 Febbraio 2024, 10:08

Violentata a 20 anni due volte la stessa notte? O furono rapporti consenzienti? Spetterà al processo in aula chiarire cosa accadde la notte del 28 maggio di tre anni fa nella casa del quartiere Cappuccini di un ragazzo che allora aveva 28 anni e che ora si deve difendere dall'accusa di violenza sessuale aggravata dalla inferiorità fisica della vittima e dalla circostanza che fosse inerme perché completamente ubriaca.
La prima udienza si sarebbe dovuta tenere l'altro ieri davanti al secondo collegio della sezione penale del Tribunale di Brindisi ma è stata rinviata per incompatibilità di uno dei giudici del collegio.
Si torna in aula l'8 marzo, inutile sottolineare che si tratta solo di una coincidenza con il giorno della festa della donna perché la verità è ancora tutta da accertare. Indizi gravi intanto non ne sono emersi nel corso delle indagini condotte dal pubblico ministero della Procura di Brindisi, Giovanni Marino, con i carabinieri del Nucleo investigativo, tant'è che non sono state adottate misure cautelari.

Il racconto

Sullo sfondo di questa vicenda le carte dell'inchiesta raccontano di un abuso di alcolici fra i ragazzi frequentatori della movida. Nè più nè meno di quanto hanno rilevato le indagini sull'aggressione di due settimane fa di un 30enne in un cocktail-bar del centro della città: il gestore ha riferito alla polizia di un giro dopo l'altro di "cicchetti" quando la notte stava ormai guardando al nuovo giorno.
Quel 28 maggio del 2021 la movida, per forza di cose, giocava d'anticipo: alle 22 sarebbe scattato il divieto di circolazione come misura per prevenire la diffusione del Covid 19. La ragazza ora parte civile nel processo (è assistita dall'avvocatessa Chiara D'Adamo) attorno alle 19 si incontrò con una amica in un locale del centro. Uno, peraltro, fra quelli ritenuti più raffinati per la qualità del servizio e del menù. Ed anche per l'impeccabile scelta di dj o scalette musicali. Rimasero lì un paio di ore consumando alcuni drink, fino a quando furono invitate ad unirsi al tavolo di due conoscenti. Insieme avrebbero continuato ad apprezzare i cocktail, poi avrebbero la casa ai Cappuccini dell'imputato.
Il processo dovrà chiarire se è vero che la ragazza era già ubriaca quando mise piede in quella casa e se è vero che sarebbe stata forzata a bere ancora, alcune birre. Per quanto appurato dall'inchiesta, il "coprifuoco" delle 22 sarebbe stato ampiamente sforato e questo le due ragazze avrebbe accettato di restare lì a dormire.
E con cosa addosso? Con abiti leggeri ed abbondanti forniti dal proprietario di casa. Non a caso, secondo la ricostruzione dell'accusa al vaglio del processo: perché quell'abbigliamento avrebbe poi facilitato gli approcci notturni che l'imputato avrebbe tentato con entrambe le ragazze.
Lucida abbastanza da respingere con decisione gli inviti ad avere un rapporto sessuale la prima, diversamente dall'altra che, peraltro, sarebbe stata presa alla sprovvista. E comunque desiderosa solo di dormire per smaltire la sbornia.
Nelle chat acquisite nel fascicolo ci sono i messaggi fra le due ragazze e fra le stesse ed un'altra amica, con toni di indignazione su quanto sarebbe successo quella notte. Il telefono cellulare dell'indagato è stato sequestrato alla ricerca di foto e di video registrati quella notte.
In aula si conoscerà la tesi degli avvocati difensori da Giorgia De Vincentis e Paolo Valzano. La verità processuale la stabiliranno i tre gradi di giudizio, fino ad allora vale la presunzione di non colpevolezza.
 

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