Parchi eolici galleggianti, arrivano altri due richieste: ora i progetti sono otto

Torre eolica per un parco offshore galleggiante
Torre eolica per un parco offshore galleggiante
di Francesco RIBEZZO PICCININ
3 Minuti di Lettura
Martedì 22 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 03:08

Brindisi e la costa adriatica meridionale sembrano ormai l’Eldorado per le aziende che si occupano di produzione di energia da fonti rinnovabili ed in particolare tramite parchi eolici offshore galleggianti. Nelle ultime ore, infatti, altre due società si sono fatte avanti con progetti di questo tipo dopo che Iron Solar prima e Falck Renewables con BlueFloat Energy poi avevano aperto la strada nei mesi scorsi. Seguite, in rapida successione, da Tg Energie Rinnovabili, Geoambiente, BayWare e dalla joint venture tra “Galileo” e “Hope”. A questo punto, dunque, con le due richieste di concessione demaniale quarantennale, i progetti di eolico offshore galleggiante che riguardano, anche solo in parte, le coste brindisine, diventano addirittura otto. A presentare le domande sono state, in patricolare, Fred Olsen Renewables e Wind Energy Brindisi.

La proposta di Fred Olsen Renewables

La prima prevede di realizzare un parco denominato “Brenda Energia” composto da 39 aerogeneratori eolici da 19 megawatt di potenza ciascuno, per una capacità totale di 741 megawatt. Le pale eoliche saranno installate tra i 23 ed i 32 chilometri dalla costa brindisina. Per la precisione, la distanza prevista è “di circa 25 chilometri da Brindisi, circa 21 chilometri da Punta Penne e circa 22 chilometri dal punto di approdo previsto nel comune di Brindisi”. Le 39 torri eoliche previste, si legge nella relazione generale del progetto, ricadono “parzialmente entro il limite delle acque territoriali e parzialmente oltre”. In particolare, oltre 108mila metri quadri richiesti in concessione sono rappresentati da specchi d’acqua mentre sono stati richiesti solo 701 metri quadri di spazi a terra.

Il parco di  Wind Energy Brindisi

Più grande, invece, anche se non molto più capace in termini di produzione elettrica, l’altro parco eolico offshore, denominato “Bluwind Brindisi”, previsto dalla società Wind Energy Brindisi. In questo caso, infatti, si tratta di “56 aerogeneratori di potenza nominale di 15 megawatt cadauno per una potenza nominale complessiva totale installata pari a 840 megawatt ad una distanza compresa tra i 22,5 chilometri e 26 chilometri dalla costa di Brindisi”.

Le torri, che anche in questo caso ricadono “parzialmente entro il limite delle acque territoriali e parzialmente oltre”, occuperanno, almeno sulla base della richiesta di concessione demaniale quarantennale, oltre 173mila metri quadri di specchi d’acqua, a fronte di soli 276 metri quadri di aree a terra.

La filiera dell'idrogeno green

Quest’ultimo progetto tra l’altro, come in realtà diversi degli altri previsti, potrebbe avere anche ulteriori sviluppi. “Si prevede - si legge infatti nel progetto preliminare - la possibilità di sviluppare un progetto per la produzione di idrogeno verde utilizzando l’energia prodotta dal parco eolico. Il processo di produzione dell’idrogeno (H2) si basa sull’elettrolisi, che consiste nella scissione della molecola dell’acqua che avviene quando questa è sottoposta ad una determinata tensione all’interno di una cella elettrolitica, ai cui elettrodi si ha la produzione di idrogeno e di ossigeno. Tale processo avviene in apparecchiature dette elettrolizzatori, alimentati con energia elettrica. Nel caso in cui l’energia utilizzata dagli elettrolizzatori sia generata da impianti di produzione di energia rinnovabile, come nel caso del presente progetto, l’idrogeno prodotto è chiamato idrogeno verde”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA