L'amarezza del presidente dell'Autorità portuale dopo il raid nel terminal di Costa Morena: «Clima infame, ci impediscono di operare»

Una parte dei danni causati all'interno del terminal di Costa Morena
Una parte dei danni causati all'interno del terminal di Costa Morena
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Domenica 24 Settembre 2023, 05:00

È amareggiato il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale Ugo Patroni Griffi dopo gli atti di vandalismo messi a segno nel porto di Brindisi, all’interno del terminal ex Taveri, da qualche tempo ormai passato nelle mani dell’Authority. Così amareggiato che, nella giornata di ieri, ha scritto un duro post su Facebook: “Stanotte hanno vandalizzato la stazione marittima di Brindisi. I danni sono ingenti. Spero che le telecamere ci permettano di individuare i responsabili. Un atto del tutto inquietante. Sembra una spedizione punitiva. Spero solo non sia da ricollegare al clima infame che si respira negli ultimi tempi”. E ancora, qualche ora dopo: “Abbiamo dovuto chiudere l’ingresso del terminal. I passeggeri entrano all’ingresso laterale. Pessimo biglietto da visita. E pensare che senza la bufala sulla natura del Prp, che ha un copyright (venne partorita da noto professionista), neanche questo sarebbe successo”.

Presidente, quando avete scoperto quello che era accaduto e come si è sentito?

«Ce ne siamo accorti stamattina (ieri per chi legge, ndr) all’alba.

Vedere quello sfacelo mi ha fatto ribollire il sangue».

Che danni ci sono stati?

«È come se fosse scoppiata una bomba. Cose sfasciate, vetrate rotte, sedie divelte. Una cosa che non riesco a comprendere. Tutta questa violenza solo per rubare qualcosa? Per me è tutto molto inquietante».

Lei ha parlato di “clima infame”. Cosa intende?

«Era la rabbia che parlava. Ma le cose sono tutte collegate: la difficoltà di poter gestire l’infrastruttura deriva dal clima che si è generato a Brindisi. Poi, ovviamente, non so quali siano le dinamiche e le ragioni di questo vandalismo, lo vedremo. Ma la rabbia è non essere riusciti a fare quello che si doveva e si poteva perché ci è stato impedito continuamente. Prendetelo come uno sfogo di chi vuole fare, vuole dare tanto alla città, vorrebbe che ci fosse tutto, dalla stazione marittima a tutto il resto, ma il clima che abbiamo subito ed in parte subiamo ancora ce lo ha impedito».

La struttura non è vigilata?

«Purtroppo si trova in area Asi. E questa è la seconda parte della storia: noi volevamo, chiaramente, inglobare la stazione marittima nell’area portuale, come dovrebbe essere per assicurare la sicurezza della stazione stessa, degli arredi ma anche delle aree a servizio come i parcheggi. Questo, però, non è stato possibile perché, fino all’inizio dell’estate, pendeva ancora quel famoso giudizio sulle recinzioni, questa follia sulla natura del Prp. Era tutto sequestrato, dunque era impossibile inglobare la stazione marittima. Oggi l’unica consolazione è che vedo vicina, sperando che non venga ostacolata, l’adozione del nuovo Prp, che ci permetterà finalmente di dare una soluzione anche a questo problema.

E le telecamere?

«Non sono molte. Le stiamo potenziando: abbiamo già avviato il progetto per estendere tutto il sistema di security alle aree acquisite negli ultimi anni, perché abbiamo un sistema molto performante che riguarda le aree portuali e corre lungo la recinzione. Chiaramente, quando ingloberemo quest’area, la videosorveglianza verrà opportunamente potenziata. Per la verità, abbiamo già previsto in tutti i porti del sistema un incremento decisivo della sicurezza, con molte più telecamere».

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