Fallimenti pilotati e consulenze spartite: sei arresti, bufera sul tribunale di Brindisi. In carcere anche un giudice - I NOMI

Fallimenti pilotati e consulenze spartite: sei arresti, bufera sul tribunale di Brindisi. In carcere anche un giudice - I NOMI
di Roberta GRASSI
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Giovedì 28 Gennaio 2021, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 13:26

I soldi del risarcimento dei danni per i genitori di un bambino disabile o di una giovane vittima di un incidente stradale sarebbero stati incassati in quota parte dal giudice civile di Brindisi e dalla ex moglie. Non solo, il magistrato avrebbe elargito numerosi incarichi ad amici professionisti, parte della “cricca”. E avrebbe infine ricevuto denaro, da un affermato imprenditore del settore dei surgelati, per sostenere le imprese sportive della barca a vela Kemit, imprese ritenute “fittizie”. La presunta rete di favori e di scambi che prevedeva un utilizzo distorto della funzione giudiziaria, in quel del Tribunale di Brindisi, è stata oggetto di una indagine della procura di Potenza, competente a indagare sui magistrati brindisini,  che ha portato all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sei persone, tra cui il giudice civile Gianmarco Galiano, di Latiano, personaggio centrale delle indagini condotte dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Brindisi. 

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Altri due magistrati sono indagati a piede libero e rivestono ruolo del tutto marginale, a quanto emerge dal provvedimento restrittivo. 

Accanto alla figura di Galiano c'è quella di Oreste Pepe Milizia, un commercialista di Francavilla Fontana pure finito in carcere, che avrebbe ricevuto numerosi incarichi e curato personalmente gli affari dell'amico magistrato. Poi Massimo Bianco, imprenditore e quindi ai domiciliari l'ex moglie di Galiano, l'avvocato Federica Spina, l'imprenditore Francesco Bianco, e la presidente dell'ordine degli ingegneri di Brindisi, Annalisa Formosi, ex moglie di Pepe Milizia. 

Le accuse a vario titolo contestate sono associazione per delinquere finalizzata a compiere reati di corruzione in atti giudiziari, falsi in atto pubblico, concussioni, abusi d’ufficio, riciclaggio, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni in esistenti.

Il giudice non avrebbe avuto alcuna remora, stando a ciò che riporta il gip nell'ordinanza “a speculare su tragedie umane con spregiudicata disinvoltura”.

Avrebbe infatti incassato una percentuale sui ristori concessi dalle assicurazioni ai parenti di alcune vittime di vicende molto gravi e dolorose. Alcuni di loro hanno poi raccontato quanto accaduto. 

Si parla di due giudizi in particolare: una causa del 2007 sulla morte di una ragazza di 23 anni, e una causa riguardante un bambino nato con traumi permanenti per colpa medica. Nel primo caso 300mila euro sarebbero stati messi a disposizione del giudice attraverso il conto intestato alla ex suocera, indagata a piede libero. Nel secondo, circa 150mila euro. La ex moglie, Federica Spina, avvocato,  sarebbe stata tra l'altro nominata, a seguito di “minacce” di Galiano, come legale patrocinante in alcuni procedimenti, oltre che erede testamentaria da parte di presunti corruttori.  

In un altra situazione è risultato che le somme di denaro sarebbero state ottenute dopo aver prospettato genitori di un bambino gravemente disabile di sottrargli la potestà sul figlio. Spina sarebbe stata anche nominata come erede testamentaria in un'altra occasione. 

Oltre alle misure personali, il gip di Potenza, su richiesta della procura diretta da Francesco Curcio, che è rimasto a lungo stamattina al palazzo di giustizia di Brindisi anche per coordinare le perquisizioni eseguite da circa 100 finanzieri in tutta la provincia, ha disposto il sequestro preventivo di 1,2 milinoi di euro. Vi rientrerebbero le 200 mila euro di sponsorizzazioni alla barca, e i 400 mila euro di incarichi conferiti ad “amici” professionisti da Galiano che con i proventi della gestione “illecita” della funzione, sarebbe riuscito ad acquistare e gestire una masseria e condurla come bed & breakfast.

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