Stalking alla sorella della vittima, assolto il killer di Santa Scorese: «Incapace di intendere e volere»

Stalking alla sorella della vittima, assolto il killer di Santa Scorese: «Incapace di intendere e volere»
Stalking alla sorella della vittima, assolto il killer di Santa Scorese: «Incapace di intendere e volere»
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Martedì 5 Marzo 2024, 18:27 - Ultimo aggiornamento: 18:30

È stato dichiarato 'incapace di intendere e di volere' al momento della commissione dei fatti, e per questo assolto dal reato di stalking, il 65enne Giuseppe Dimauro, responsabile dell'omicidio della giovane attivista cattolica Santa Scorese (uccisa a coltellate sotto casa a Palo del Colle, in provincia di Bari, il 15 marzo del 1991) e a novembre rinviato a giudizio per atti persecutori nei confronti della sorella della sua vittima, Rosa Maria.

I dettagli

Il gup di Bari Angelo Salerno, pur dichiarandone la 'pericolosità sociale', ha assolto - in abbreviato - Dimauro sulla base di una perizia psichiatrica della dottoressa Anna Margari.

Per Dimauro sono stati revocati i domiciliari, che stava scontando in una Rsa a Cassano Murge (Bari) e ne è stata disposta la libertà vigilata con ricovero in una Comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica (Crap). Nella struttura, ancora da individuare, Dimauro dovrà mantenere i contatti con il Centro di salute mentale e dovrà sottoporsi a terapia psichiatrica.

"È come se non si riuscisse a rompere un cordone ombelicale che lega questa persona alla famiglia Scorese da oltre 33 anni. Per loro è una continua condanna all'ergastolo", commenta l'avvocata Maria Pia Vigilante, che assiste Rosa Maria Scorese. "Avevo 28 anni quando è iniziata questa storia, ora sono quasi 'anziana' e vivo con il timore che certe cose possano ripetersi. Gli unici condannati siamo noi", è invece il commento di Rosa Maria Scorese. A marzo 2023 Dimauro fu arrestato per aver perseguitato Scorese sui social e con delle lettere, in cui avrebbe manifestato ancora l'ossessione nei confronti della sua vittima. Anche per il delitto del 1991 fu giudicato incapace di intendere e di volere, e dopo il ricovero in un ospedale psichiatrico per dieci anni fu sottoposto a cure in libertà vigilata.

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