Bullizzata, si isola, resta in casa e non vuole uscire. La mamma: «Aiutatemi, non so come fare»

Bullizzata, si isola, resta in casa e non vuole uscire. La mamma: «Aiutatemi, non so come fare»
di Adalisa MEI
4 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Dicembre 2022, 05:00

«Mia figlia è fragile e sola, non socializza e si isola in casa. Non so come aiutarla». Inizia così il racconto di Angela una mamma di quarant’anni di Bari. Un racconto che tocca diritto al cuore: il dramma della solitudine della sua giovane e amata figlia. Angela è una mamma disposta a tutto pur di alleviare le pene di una ragazza di soli 16 anni che non riesce a superare le proprie fragilità. Che non riesce a superare gli ostacoli e le prove che la vita pone. Preferisce rintanarsi e chiudersi nell’ambiente più protetto, la propria casa. «Sono separata – racconta Angela - e ho cresciuto mia figlia da sola con l’aiuto dei miei genitori. Non ha fratelli o sorelle quindi è sempre stata al centro della nostra attenzione. Da quando ha avuto una delusione amorosa, ma soprattutto da quando è morto un suo amico, lei si è chiusa in se stessa. Anche senza mangiare. È cosi, chiudendosi al mondo, che ha pensato di metabolizzare questi eventi». La ragazza, ci racconta Angela, è molto timida ed è stata vittima di bullismo dalle scuole medie al primo superiore.

Un gruppo whatsapp

Angela non riesce, e forse non ha le armi, per aiutare la figlia. Sta cercando quindi tramite altre mamme del quartiere Carrassi di creare un “gruppo ragazzi” su Whatsapp in modo che almeno possano confrontarsi e socializzare. Ma è comune la voglia di isolarsi dei ragazzi. «Non è solo un problema di mia figlia - spiega Angela -. Da quello che mi raccontano anche altri genitori, è molto diffuso». Tesi quest’ultima confermata anche dagli psicologici.
Per alcuni genitori è la pandemia che ha creato l’isolamento dei propri figli. «Secondo me la generazione di adesso è persa – dice ancora Angela - c’è molta razzia, bullismo e a subirne le conseguenze sono soprattutto i ragazzi più fragili, che non sanno come reagire».

Angela risiede nel Municipio II e ha fatto domanda per il centro ascolto in via Unità d’Italia. «Bisognerebbe creare dei doposcuola o delle attività creative per ragazzi. Bisognerebbe motivarli, perché non basta una palestra o un corso di danza. Il cellulare ha rovinato le loro vite: preferiscono stare in chat e quindi vivere in un mondo virtuale e non in quello reale».

Ma molti sono i genitori che raccontano questo dramma comune e che hanno fatto l’impossibile per salvare i lori ragazzi. È opinione diffusa tra i genitori che la colpa dei problemi dei figli è dei cellulari e dei social. Ma parlano anche di ansia sociale e di stati depressivi tra gli adolescenti. «Io - racconta Francesco un altro genitore che ha vissuto in prima persona il dramma di Angela - posso solo consigliare, non solo di creare gruppi di amici, ma anche di fargli vivere una vita reale. A Bari – conclude - c’è un’associazione di giochi da tavolo dove non riuscire a socializzare è davvero impossibile. C’è gente di tutte le età e giochi di ogni genere. Lo consiglio a tutti anche perché di ragazzi e adolescenti schiavi della tecnologia ce ne sono e il gioco da tavolo è una delle poche soluzioni che possano risolvere almeno in parte questo problema». 
Del dramma della solitudine tra gli adolescenti se n’è parlato solo qualche giorno fa quando il cantante Potes, della provincia di Bari, 18 anni appena, ha postato un video su Tik Tok raccontando la sua storia: esco solo «perché non ho amici». Il suo messaggio in poco tempo ha fatto il giro del web, superando le 300mila visualizzazioni, 26mila “mi piace” e 900 commenti. Alcuni adolescenti gli hanno scritto: «Siamo tutti soli». E così Potes ha postato un altro video dichiarando: «Ho notato che siamo tutti troppo soli, quindi ragazzi di Bari e dintorni scrivetemi su Instagram, così il prima possibile usciamo insieme, siamo una famiglia».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA