Assunto al "Famila", dove sistemava i carrelli: «Ho sofferto e perso un figlio. Con il lavoro sono felice»

Assunto al "Famila", dove sistemava i carrelli: «Ho sofferto e perso un figlio. Con il lavoro sono felice»
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Giovedì 10 Agosto 2023, 11:56 - Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 13:26

Sorride a tutti Stanley Uyi, 47 anni, nigeriano, assunto a tempo determinato (deve naturalmente tenere un periodo di prova) dall'ipermercato Famila di Putignano fuori dal quale fino a qualche giorno fa metteva a posto i carrelli e aiutava i clienti a portare i sacchetti della spesa nel parcheggio. Lo raggiungiamo durante la pausa pranzo. Mentre tutti mangiano lui prende il telefono e chiama in Nigeria per sentire moglie e figlio. 


Ogni giorno, senza saltarne uno. E lo fa sempre al solito posto, vicino alla fila dei carrelli, lì dove tutto è cominciato. Ha trovato sulla sua strada persone dal cuore grande, come i due direttori dell'ipermercato, anch'essi meravigliati da tanta pubblicità. È lo stesso Stanley a raccontare la sua storia. 
«Sono venuto in Italia 11 anni fa dice con gli occhi lucidi -.

Sono cresciuto insieme ad altri tre fratelli in Nigeria grazie a mia madre dopo la morte prematura di mio padre. Quando mi sono sposato mi sono reso conto che per mantenere degnamente la famiglia dovevo andar via e ho scelto l'Italia. E così sono arrivato in Puglia, a Bari, dove risiedo. Posso dire che non ho mai rubato e che ho sempre lavorato onestamente? Ci tengo particolarmente». 


«Perché tanto stupore per una cosa che dovrebbe essere normale?». L'improvvisa popolarità lo intimorisce. Per lui, che da anni si sacrifica per aiutare la famiglia rimasta in Nigeria, le pacche sulle spalle di chi ha letto della sua storia sul giornale e la promessa di aiutarlo se ne avesse bisogno sono manna dal cielo. 

Da 5 anni la spola Bari-Putignano


Da cinque anni hai deciso di fare la spola Bari-Putignano per cercare di guadagnare qualcosa. Ora però la direzione dell'ipermercato ha deciso di dargli una possibilità. «Sono felicissimo prosegue Stanley -. Qui sono sempre stati buoni con me. Mi hanno sempre aiutato e io ho cercato di ricambiare tanto affetto. La direzione e i dipendenti mi hanno fatto sentire uno di famiglia. Così come anche i clienti. Quando sono arrivato mi sono sistemato vicino alla scala mobile del parcheggio per aiutare i clienti a salire o a portare la spesa. E ora invece mi ritrovo tra gli scaffali ad imparare cose nuove». Tanti sacrifici per portare la sua famiglia qui in Italia. 
«È il mio sogno ammette Stanley -. Col primo stipendio che manderò a casa i miei cari potranno cominciare a preparare i passaporti. Non è facile a livello burocratico ma anche in questo caso so che c'è tanta gente pronta ad aiutarmi. Non vedo l'ora che mia moglie e il mio ragazzo arrivino qui in Italia. Abbiamo vissuto dei momenti davvero difficili. Avevo un altro figlio. Purtroppo è morto a 8 anni. Era andato a riempire dell'acqua da una cisterna, una sorta di pozzo. Da noi non è come in Italia dove ci sono coperture per evitare che ci si finisca dentro. Il mio ragazzo ci è finito dentro ed è morto annegato. Ora mi è rimasto l'altro. Ha 12 anni -ci mostra la foto - e vorrei che in Italia possa studiare e avere un futuro». 

Il futuro a Putignano


Ormai si sente così legato a Putignano che vorrebbe viverci. 
«Appena arriverà la mia famiglia cercherò casa qui ammette -, perché la sento ormai come casa mia. Ho ancora qualche difficoltà nell'esprimermi in italiano ma mi sto impegnando a migliorare». Il suo essere gioviale e la sua cortesia hanno fatto sì che si creasse una gran bella alchimia anche con i clienti dell'ipermercato. 


«Sono tutti molto buoni. Mi chiedono della mia famiglia, se stanno bene e se possono fare qualcosa per me. In tutti questi anni io non ho mai preteso nulla dalla gente a cui ho dato una mano. Chi ha vissuto momenti difficili come me probabilmente sa cogliere meglio il vero senso della vita che è quello di essere gentili e d'aiuto al prossimo. Non è certo da una moneta che si valuta una persona. Ho imparato a non giudicare. L'unica cosa a cui ho sempre tenuto è l'onestà».

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