Ecco il primo neonato col doppio cognome (anche a Bari): «Uffici pronti alla novità»

L'Anagrafe del Comune di Bari
L'Anagrafe del Comune di Bari
di Samantha DELL'EDERA
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Venerdì 3 Giugno 2022, 21:59 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 20:18

La prima iscrizione nell’Anagrafe del Comune di Bari con il doppio cognome dei genitori è avvenuta ieri mattina, ad apertura degli uffici. Dopo la pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale sulla Gazzetta ufficiale tutte le ripartizioni Anagrafe di Italia si sono adeguate alla ”rivoluzione”. E ieri a Bari su cinque neonati che sono stati registrati, tre hanno mantenuto la “tradizione”, optando solo per il cognome paterno, uno era figlio di genitori stranieri (per loro c’è un’altra legislazione nel merito) e solo una coppia di genitori ha optato per il doppio cognome. 

Il primo iscritto all'Anagrafe


Insomma inizio “soft” per la città di Bari. Gli uffici del Comune erano comunque pronti. «Il software – spiega il vicesindaco con delega ai Servizi Demografici – era stato già adeguato a questa possibilità offerta ai neo genitori. Oggi c’è stata la prima iscrizione. Vedremo nei prossimi giorni quale sarà la tendenza». 
Tutto è iniziato il 27 aprile quando la Corte Costituzionale ha definito illegittime le norme che attribuiscono al figlio di una coppia il cognome del padre in modo automatico. Una sentenza definita “storica” per l’Italia. La Corte in quell’occasione stabilì la nuova regola: «Il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico».
Questi cambiamenti riguardano i figli nati nel matrimonio, fuori e anche a quelli adottati.

La Corte costituzionale, nelle motivazioni della sentenza del 27 aprile, ha spiegato che l’automatica attribuzione del solo cognome paterno «si traduce nell’invisibilità della madre» ed è il segno di una diseguaglianza fra i genitori, che «si riverbera e si imprime sull’identità del figlio».

La Consulta


Resta però aperto un interrogativo che si potrebbe presentare tra diversi anni, quando i nuovi nati di oggi con il doppio cognome avranno a loro volta figli. A precisarlo è stata la stessa Consulta che, sempre nelle motivazioni, ha evidenziato la necessità di un «impellente» intervento per «impedire che l’attribuzione del cognome di entrambi i genitori comporti, nel succedersi delle generazioni, un meccanismo moltiplicatore che sarebbe lesivo della funzione identitaria del cognome». «Proprio per la funzione svolta dal cognome - osservano i giudici - è opportuno che il genitore titolare del doppio cognome scelga quello dei due che rappresenti il suo legame genitoriale, sempre che i genitori non optino per l’attribuzione del doppio cognome di uno di loro soltanto». 
Stesse perplessità mostrate ieri dal vicesindaco Di Sciascio. «Sarà sicuramente necessario un intervento legislativo perché con gli anni e per progressione si arriverà a quattro cognomi e così via – conclude – insomma bisognerà intervenire sulla materia per evitare questo moltiplicarsi di cognomi». 
Sulla questione sono intervenuti i Cinque Stelle: «Si poteva agire prima, noi siamo pronti da tempo con una nostra proposta di legge che consenta il pieno utilizzo del cognome materno e stabilisca regole per evitare controversie o complicazioni per i cognomi delle generazioni. Ora non ci sono più scuse e anche i più affezionati alle vecchie abitudini, dovranno farsene una ragione. Spetta al Parlamento intervenire per dare delle regole chiare». Così i membri del Comitato legalità e giustizia M5S Sarti, Perantoni, Macina, D’Angelo e Saitta.
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