Pd, la mappa del voto: maggioranza per Leccese ma non sarà unanimità

Pd, la mappa del voto: maggioranza per Leccese ma non sarà unanimità
di Beppe STALLONE
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Giovedì 8 Febbraio 2024, 05:00

Fra i 41 grandi elettori che stasera designeranno il candidato sindaco del Pd, c’è chi ha votato Bonaccini, chi Schlein e altri ancora Cuperlo. Ma le geografie interne non sono poi così marcate e compatte. Prova ne è che Petruzzelli quando qualche settimana fa ha inviato le firme per la richiesta urgente di assemblea, ne ha raccolte più di 20 in maniera trasversale. Ora però si tratta di capire quanto la candidatura unitaria di Vito Leccese possa raccogliere consensi. In area Bonaccini si viaggia compatti.

Le correnti


«Di fronte all’unità del partito le correnti dovrebbero venire meno – precisa Pasquale Arpino – soprattutto ora che bisogna trovare l’unità. Speriamo che si converga sul nome di Leccese. Ritengo che per il bene del partito si debba andare con un nome unico. Le divisioni non fanno bene né al Partito né alla coalizione. Certo alla stato attuale difficilmente Laforgia potrà fare un passo indietro. Per perseguire quell’unità se proprio non dovesse tirarsi indietro è bene che si facciano le primarie. Quella di stasera è un’assemblea decisiva, vediamo troppi nemici all’interno della coalizione, ma l’avversario da battere è sempre la destra. Il Pd ed il centrosinistra una volta individuato il loro candidato, è necessario si mettano ad individuare programmi e temi per i prossimi 5 anni».
Tommaso Rossini (mozione Bonaccini): «Il candidato più autorevole del centrosinistra a mio avviso sarebbe stato Marco Lacarra e avremmo comunque preferito ricorrere alle primarie.

Se però la candidatura di Leccese mette d'accordo l'intera coalizione, mi sembra l'unica soluzione». 


Antonio Ciuffreda, ex segretario dei Ds Bari dal 2002 al 2007, area Schlein: «Dopo la scelta che ha fatto Pietro di fatto nell’assemblea c’è una maggioranza molto molto larga, bisogna vedere se si esprimeranno i laforgiani che in assemblea sono una minoranza. C’è una sostanziale unità a convergere verso la proposta di Vito Leccese. La questione fondamentale che rimane aperta è quella dell’unità del centrosinistra. Il Pd deve essere il perno di una convergenza di tutto il centrosinistra intorno a un unico candidato. Penso che non debbano essere i candidati ma il maggior partito della coalizione ad assumere questo ruolo di federatore». 


Francesco Balducci, è stato presidente cittadino del Pd, ha votato Schlein ma preferisce definirsi non inquadrato. «Quello di Petruzzelli è stato un atto di responsabilità perché era il candidabile più forte numericamente nell’assemblea del Pd, competitor serio per qualsiasi soluzione che fosse Leccese o altri. Per cui la sua scelta sofferta, semplifica di molto il quadro. Una maggioranza larghissima dell’assemblea dovrebbe convergere su quella che è l’indicazione di fatto della segreteria regionale d’intesa col nazionale. È plausibile che Leccese ottenga un consenso molto ampio, non credo all’unanimità. Il tavolo della coalizione poi dovrebbe essere il luogo della soluzione. Io non sono un fan delle primarie, non sono sempre la soluzione, ma in questa occasione, non oggi ma qualche settimana fa, sarebbe stata la soluzione migliore. Ora è un po’ tardi per proporle, vista la posizione di ieri dei 5 Stelle. Ognuno si dovrà assumere la propria responsabilità facendo una valutazione sulla base di chi riscuote il maggior consenso». 


Anche l’ex assessore Ludovico Abbaticchio, area Schlein, riconosce il senso di responsabilità che ha avuto Petruzzelli. «Il gruppo politico in assemblea cittadina che ha sostenuto la candidatura di Pietro ha dimostrato grande responsabilità verso l’unità del partito. Se non si fosse convenuti a questa soluzione ci sarebbe stata una deflagrazione del partito. Grande rammarico perché Pietro ha fatto questa scelta che non è stata personale ma collegata a tutta l’area assembleare che, a malincuore, ha fatto questa scelta responsabile. Certamente è forte la critica e soprattutto le perplessità di questo gruppo dirigente che dovrà gestire una campagna elettorale importante. Pietro per noi rappresenta un punto di sintesi autorevole su cui il partito dovrà ruotare in tutto il percorso della iniziativa politica successiva a questa fase. Al momento penso che il gruppo dirigente del partito dovrà presentare la proposta di Leccese, ci auguriamo che sia il rappresentante nazionale a farlo poi ci sarà il dibattito ma penso che la maggioranza si stia orientando per il mandato da dare a Vito Leccese. Poi si andrà al tavolo della coalizione, se si troverà soluzione unitaria è bene altrimenti ognuno farà il suo percorso».


«Quello che ha fatto ieri Petruzzelli credo sia un passaggio importante. Non ha parlato di se stesso, ha dato indicazioni che riguardano il partito. Noi dell’area Cuperlo – spiega Luigi Quaranta - non ci asterremo dal segnalare che la scelta tattica fatta il 18 novembre è stata gestita in una maniera che ha arrecato danno al Pd che ha finito per restarne sfibrato, diviso. Ora si tratta di avere la forza contrattuale per sostenere una candidatura al tavolo della coalizione. Il tema primarie mi pare sia stato tolto di mezzo. Questo stallo di due mesi è stato deleterio sia nella sua versione locale, ha esposto a divisioni, fratture e ha esposto il partito alle scorrerie altrui e poi anche a livello nazionale. Negli ultimi 10 giorni si è raggiunto un limite alla sopportazione delle continue incursioni poste dai 5 stelle, anche Schlein ha cominciato a reagire a Conte. Dobbiamo fare liste forti, avere un buon risultato. Il Pd a Bari ha preso il 16% alle ultime. Questa volta la città sarà mobilitata dalla candidatura di Decaro sotto il simbolo del Pd per le europee. Quindi bisogna avere una lista Pd forte perché si corre il “rischio” di arrivare al 20-22% e quindi di avere un ampio numero di consiglieri. Quindi ci vorrà grande attenzione nella formazione delle liste». 

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