L'ex palazzo della Gazzetta del Mezzogiorno diventa un complesso residenziale: ma gli architetti insorgono. Mangini: ferita per la città

L'ex palazzo della Gazzetta del Mezzogiorno diventa un complesso residenziale: ma gli architetti insorgono. Mangini: ferita per la città
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Venerdì 3 Marzo 2023, 20:03 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 20:06

Il palazzo di Viale Scipione l'Africano, a Bari, in passato sede della Gazzetta del Mezzogiorno, potrebbe diventare un complesso residenziale. Come anticipato da La Repubblica è l'obiettivo di una società costituita da Vito Ladisa, Antonio Albanese e Vito Miccolis. Il primo è l'editore de l'Edicola del Sud, Albanese e Miccolis sono gli attuali proprietari della Gazzetta. C'è l'accordo tra le parti, dopo quanto successo più di un anno fa, quando i gruppi erano entrati in competizione per la proprietà del quotidiano pugliese. 

Barbara Mangini, figlia dell'architetto Onofrio Mangini

«E' assai dolorosa la notizia della prossima demolizione dell’ex Palazzo della Gazzetta del Mezzogiorno». Sono le parole di Barbara Mangini affidate a Le Repubblica, con le quali la figlia dell'architetto che realizzò il palazzo di via Scipione l'Africano interviene sulla decisione di demolire lo stabile per trasformarlo in un complesso residenziale. «Al di là dei motivi familiari, di affetto ferito per la annunciata perdita di un’opera di mio padre - ha aggiunto -, ciò che sento dolorosa è la privazione che verrebbe inferta alla città, alla cultura pugliese che non riesce a tutelare, a salvaguardare il patrimonio realizzato nel Novecento, nonostante le numerose testimonianze critiche e storiografiche».

I lavori

Il prossimo mese dovrebbero partire i lavori, con l'abbattimento della struttura esistente. In tutto dovrebbero essere ricavati 76 appartementi. Il capitale sociale della srl costituita ammonta a quasi sei milioni di euro. 

Insorgono però gli architetti. E il presidente dell'Ordine, Mimmo Mastronardi, dirama una lunga e dura nota: “Una città che abbatte la sua storia è una città senza memoria, per chi la vive e per chi la visita".

Quello di Mastronardi non è solo un grido d’allarme, ma la promessa di fare tutto il possibile perché la demolizione non avvenga. Perché se ciò avvenisse sarebbe in assoluto dispregio delle finalità della legge regionale 14/2008 che titola “Misure a sostegno della qualità delle opere di architettura e di trasformazione del territorio”.

L'opposizione degli architetti

«Una legge dimenticata dal Comune di Bari - scrive Mastronardi - e da tutti i comuni pugliesi che non l’hanno mai applicata. Eppure quella norma all’articolo 12 su “Tutela e valorizzazione delle opere di architettura moderna e contemporanea”, prevede che i Comuni - entro dodici mesi dall’approvazione della norma - redigano un elenco di edifici di architettura moderna e contemporanea di significativa testimonianza storica. Invece no, tutto è annegato nel silenzio più assoluto. Come più volte denunciato dall’Ordine degli Architetti di Bari, continua Mastronardi - con l’annuncio della demolizione del palazzo della Gazzetta, prestigiosa opera dell’Architetto Onofrio Mangini, la storia purtroppo si ripete. Questa volta grazie anche al silenzio del Comune»

«Ricordo alla cittadinanza – prosegue Mastronardi - che quello della Gazzetta è solo l’ultimo episodio dopo la distruzione dello splendido Palazzo che dominava piazza Aldo Moro di Saverio Dioguardi dell’82 di Villa Logroscino progettata dallo studio Chiaia-Napolitano e Villa Bianca progettata da Onofrio Mangini, sempre in via Scipione l’Africano. Abbiamo assistito all’abbattimento della torrefazione Saicaf in via Amendola disegnata da Dino Pezzuto, della clinica Villa del Sole di Saverio Dioguardi demolita a causa del famigerato piano casa”. Un elenco lunghissimo di demolizioni e profonde manomissioni a cui l’Ordine si è opposto come nel caso recente dell’ex CTO, realizzato dal grande maestro italiano Giuseppe Samonà tra il 1948 e il 1953».

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