Rubavano farmaci oncologici dall'ospedale: interdizioni e divieti di dimora per 6 dipendenti

Gli episodi all'Istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari: “Usati per attività domiciliare in nero”

Rubavano farmaci oncologici dall'ospedale: interdizioni e divieti dimora per 6 dipendenti
Rubavano farmaci oncologici dall'ospedale: interdizioni e divieti dimora per 6 dipendenti
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Sabato 30 Settembre 2023, 09:01 - Ultimo aggiornamento: 15:32

Sei persone, tra dipendenti ed ex dipendenti dell'Ospedale 'Giovanni Paolo II' di Bari, sono state raggiunte da altrettante ordinanze cautelari (1 interdizione dai pubblici uffici, 1 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, 4 divieti di dimora nel comune capoluogo di regione) emesse dal gip del Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica, con l'accusa di peculato.

Avrebbero sottratto farmaci e presidi sanitari destinati ad ammalati oncologici. Si tratta dell'epilogo di una indagine, condotta dalla Polizia di Stato della sezione di polizia giudiziaria e coordinata dalla Procura.

I fatti

Tutto è partito nel 2020 a seguito di una denuncia presentata da una dipendente dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) Giovanni Paolo II, che ha fatto nascere altre attività investigative tra cui numerose perquisizioni eseguite nel mese di giugno 2021 e culminate con il sequestro di ingenti quantità di presidi medico-ospedalieri appartenenti al nosocomio e, dunque, pubblica.

Attraverso l'ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali audio/video all'interno dei locali del reparto di Oncologia Medica dell«'Oncologico» di Bari, anche grazie alla collaborazione dei dirigenti dell'Irccs, è stato portato alla luce un singolare «magazzino di rifornimento gratuito» di medicinali e presidi medico-chirurgici a completa disposizione del personale (in servizio e non) dell'ospedale. La diffusa attività di sottrazione di farmaci e presidi medici (farmaci di ogni genere, siringhe, flebo, cateteri, Port-a-Cath, garze, pannoloni, traverse, ecc.) era finalizzata ad alimentare l'attività domiciliare «in nero» (prelievi del sangue, medicazioni, somministrazione di flebo ecc.) svolta quotidianamente dai destinatari delle misure, tra cui anche ex dipendenti in quiescenza, che con la complicità e collaborazione del personale in servizio, sottraevano dall'interno degli armadi dell'infermeria e dai depositi del reparto di «oncologia medica», farmaci e dispositivi medico-chirurgici.

I primi casi nel 2014

È stata rilevata una situazione stratificata nel tempo e risalente in alcuni casi al 2014, suscettibile, quindi, di durare per sempre in assenza di un energico intervento repressivo, visto il diffuso disinteresse documentato da parte del personale per legge tenuto alla corretta custodia di questi beni (sovente coinvolto nel successivo smercio a fini di lucro della refurtiva). Parte dell'ingente materiale sequestrato, trafugato dai locali del nosocomio e accumulato in depositi «casalinghi», è stato già donato ad associazioni di volontariato - Società Cooperativa Aliante, Ente Assistenziale Ser Bari, Emporio della Salute - operanti sul territorio barese, in favore di persone indigenti.

La reazione

«Si comincia a fare chiarezza su fatti che risalgono al 2014, fatti che sono stati portati all'attenzione della magistratura dal personale dell'Istituto che, in tutti questi anni ha attivamente collaborato per chiarire responsabilità e individuare i colpevoli». Lo ha dichiarato in una nota il direttore generale dell'istituto tumori 'Giovanni Paolo IÌ di Bari, Alessandro Delle Donne, in merito alle misure cautelari eseguite nelle ultime ore nei confronti di sei, tra dipendenti ed ex dipendenti della struttura, accusati di peculato per aver sottratto farmaci e dispositivi medici - destinati ai pazienti oncologici - dall'infermeria della struttura. «Siamo dunque contenti che, oggi, ci sia un significativo passo avanti nelle indagini - ha continuato - perché questo ci consentirà di adottare i provvedimenti disciplinari sulle due persone ancora in servizio. Le altre quattro, è bene ricordarlo, era già in pensione quando, nel 2021, il sequestro di materiale sanitario da parte delle forze dell'ordine fece luce sul caso». «Da allora - ha concluso il direttore generale - nel nostro Istituto è attivo un costante e assiduo monitoraggio del magazzino e delle scorte che garantisce un controllo di ogni singola siringa in uso in questo ospedale: uno strumento operativo che, non a caso, ci ha consentito di rispettare al centesimo anche i tetti di spesa farmaceutica richiesti dalla Regione Puglia.» 

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