Microspie anche in ascensore per incastrare il giudice

Microspie anche in ascensore per incastrare il giudice
di Erasmo MARINAZZO
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Lunedì 26 Aprile 2021, 10:07 - Ultimo aggiornamento: 19:18

Microcamere nelle piante dell'ufficio del Tribunale di Bari del giudice per le indagini preliminari Giuseppe De Benedictis. Ed anche nell'ascensore della residenza dell'avvocato Giancarlo Chiariello dove sarebbero state consegnate le mazzette per ottenere scarcerazioni o altre attenuazioni delle misure cautelari di esponenti della criminalità organizzata barese e foggiano di cui il magistrato barese, 59 anni, di Molfetta, si occupava come gip del distretto di Corte d'Appello. E poi intercettazioni telefoniche e microspie nelle auto degli indagati con i carabinieri del Nucleo investigativo di Bari in perenne servizio di osservazione e pedinamento.

Le ammissioni del giudice


Il dispositivo dell'inchiesta condotta da Lecce dal procuratore Leone Leonardo De Castris con i sostituti Roberta Licci ed Alessandro Prontera ha consentito di intercettare la mazzetta del 9 aprile scorso per il provvedimento adottato a favore di Antonio Ippedico: i 5.500 euro tenuti nella busta trovata in tasca al giudice del capoluogo pugliese quando i carabinieri hanno dato esecuzione al provvedimento di perquisizione emesso il giorno prima dalla Procura di Lecce. Il giudice ha ammesso di avere ricevuto quel denaro dall'avvocato Chiariello «per il disturbo» di volersi dimettere per la vergogna.
Se sarà altrettanto collaborativo lo si potrà constatare negli interrogatori al via oggi nel carcere di Lecce con il giudice per le indagini preliminari Giulia Proto, il giudice dell'ordinanza di custodia cautelare che contesta quattro episodi di corruzione in atti giudiziari, escludendo l'aggravante dell'agevolazione dell'associazione mafiosa ravvisata invece dalla procura di Lecce.

Ed anche la rivelazione del segreto di ufficio al carabiniere della Procura di Bari, Nicola Soriano, per avere rivelato al giudice ed all'avvocato l'esistenza di un'inchiesta a loro carico ottenendo dal giudice l'impegno di occuparsi della vicenda giudiziaria riguardante un suo cugino.

Le cifre intascate e gli scambi


I capi di imputazione riportano le cifre di 30mila euro, 37mila, 5.0e 5.500: sono gli importi che il gip Giuseppe De Benedictis avrebbe intascato dall'avvocato Chiariello. «Un deplorevole mercimonio della funzione giurisdizionale», le parole usate dal gip Proto in premessa.

«La condotta del magistrato barese risulta connotata da una gravità non comune se si pensa che gli accordi corruttivi con un avvocato del foro di Bari, a lui vicino, avevano il fine di avvantaggiare soggetti cautelati per reati di criminalità organizzata o reati aggravati dall'articolo 416 bis 1 cp (associazione mafiosa,

ndr): in cambio di denaro, infatti, il gip sostituiva l'originaria custodia in carcere da lui stesso applicata, con misure meno afflittive quale quella degli arresti domiciliari o, addirittura, dell'obbligo di dimora nel comune di residenza».
Il blitz di sabato ha mostrato ancora una volta il lato peggiore della magistratura italiana la cui credibilità è stata minata anche dagli arresti e dalle condanne dell'ex pubblico ministero della Procura di Lecce, Emilio Arnesano, dei giudici di Trani Antonio Savasta e Michele Nardi, nonché dal recente arresto del giudice del Tribunale di Brindisi, Gianmarco Galiano. Minata, dunque, anche la fiducia nella magistratura? Non la pensa così il procuratore di Lecce: «Un'indagine assolutamente doverosa, anche se al tempo stesso dolorosa per tutti noi. È opinione di questa Procura che la collettività, sia pure nel comprensibile disagio e disorientamento determinato dalla vicenda, possa trovare motivo di sollievo nella circostanza che proprio l'istituzione giudiziaria possieda gli anticorpi necessari per colpire i comportamenti devianti. E abbia, ancora una volta nella nostra regione, dimostrato di saper guardare al proprio interno e individuare le più gravi criticità. È oggi più che mai necessario che, insieme all'avvocatura tutti gli uffici giudiziari proseguano nel proprio impegno volto ad assicurare un servizio efficiente e trasparente per la collettività».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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