Fallimento del Bari calcio, chiesto il giudizio per quattro persone: c'è anche Antonio Matarrese

Fallimento del Bari calcio, chiesto il giudizio per quattro persone: c'è anche Antonio Matarrese
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Sabato 4 Marzo 2023, 11:03

La Procura di Bari ritiene che quattro ex amministratori dell'Associazione Sportiva Bari spa abbiano concorso al suo fallimento, dichiarato ufficialmente il 10 marzo 2014, attraverso una serie di "operazioni dolose" che hanno portato la società calcistica al crac.


Per questo ieri, durante l'udienza preliminare celebrata di fronte al gup Luigia Lambriola, la pm Silvia Curione ha confermato le accuse, pur riducendo per ciascun imputato le singole contestazioni, con la richiesta di rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta per quattro persone fra le sei imputate (ex componenti del cda e amministratori della società), chiedendo invece l'assoluzione perché il fatto non sussiste per le altre due.

Il rinvio a giudizio

Fra gli altri, è accusato di avere concorso nella bancarotta l'ex presidente della Figc ed ex parlamentare Antonio Matarrese, vicepresidente vicario del cda del Bari dal 2010 al 2011. Le richieste di rinvio a giudizio riguardano, in particolare, Francesco Vinella (ex amministratore unico), Salvatore Matarrese (classe 1957, consigliere della società sportiva dal 2002 al 2011), Claudio Garzelli (ex amministratore delegato e consigliere di amministrazione della società) e, appunto, Antonio Matarrese. Chiesta invece l'assoluzione, in quanto ritenuti estranei ai fatti, per gli ex componenti del consiglio di amministrazione Salvatore Matarrese (classe 1962, consigliere del Bari dal 2002 al 2011) e Domenico De Bartolomeo (imprenditore, ex presidente di Confindustria Puglia, nel cda della società calcio dal 2008 al 2011) che hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato e la loro posizione è stata quindi stralciata.

Vinella e Salvatore Matarrese (classe 1957) rischiano il processo per bancarotta fraudolenta relativamente a una delle quattro condotte dolose contestate dall'accusa: avrebbero omesso "in modo sistematico" l'adempimento delle obbligazioni tributarie fra il 2009 e il 2013 "determinando l'indebitamento della società" e quindi il "successivo fallimento".

Vinella risponde anche per la presunta distrazione di "risorse finanziarie della società". Quanto a Garzelli, l'accusa di bancarotta fraudolenta si riferisce a due circostanze: aver continuato a "depauperare il patrimonio della società" sportiva in favore della "controllante Salvatore Matarrese" versando "la somma di un milione di euro" e aver ridato alla stessa controllante "quattro milioni di euro quale restituzione dei finanziamenti" erogati al Bari nonostante il suo "eccessivo squilibrio dell'indebitamento rispetto al patrimonio netto". 

Concorso alla "distrazione"


Antonio Matarrese, "quale amministratore delegato della Matarrese spa", socio di maggioranza del Bari calcio, avrebbe infine concorso alla "distrazione" dei fondi della società sportiva contestata agli altri imputati. Stando alle indagini della guardia di finanza, coordinate in quel momento dalla pm Bruna Manganelli, dal 2009 al 2013 gli imputati anziché pagare i debiti tributari, avrebbero versato gli stipendi ai calciatori, garantito "tramite pegno" un finanziamento ottenuto dalla Banca popolare di Bari per un milione di euro, coperto il saldo dello scoperto del conto acceso presso lo stesso istituto di credito e pagato altri debiti per ulteriori cinque milioni di euro, facendo così lievitare i debiti col fisco del 70 per cento fino a 55 milioni di euro. Pur in presenza dell'ingente debito con l'erario, poi, avrebbero "posto in essere molteplici condotte depauperative del patrimonio societario - secondo la Procura - in favore della società controllante Salvatore Matarrese srl e della Servizi sportivi srl (coordinatrice dell'attività di marketing e merchandising del marchio As Bari spa) quantificate in ulteriori 12,5 milioni di euro, causando un indebitamento che ha aggravato in modo irreversibile lo stato di dissesto della società calcistica, destinandola così al fallimento". 


Si tornerà in aula il 16 giugno e 7 luglio prossimi per la discussione dei difensori (Michele Laforgia, Giuseppe Modesti, Domenico Di Terlizzi, Angelo Loizzi e Giuseppe Mariani) e la decisione del giudice dell'udienza preliminare.
 

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