Inchiesta a Bari, i testimoni raccontano come venivano pagati per il voto

A Cataldo si rivolgevano anche medici per ottenere favori o aiuti

Inchiesta a Bari, i testimoni raccontano come venivano pagati per il voto
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Venerdì 5 Aprile 2024, 11:59 - Ultimo aggiornamento: 12:43

Nell'inchiesta di Bari ci sono due testimoni che hanno spiegato come sono stati pagati per il voto. Ascoltati durante le indagini che svelerebbero il presunto sistema per raccogliere voti e che è stato rivelato dall'inchiesta della procura di Bari che ieri ha portato ad otto arresti per corruzione elettorale in due tornate amministrative nei comuni di Grumo Appula e Triggiano e coinvolgendo l'assessora regionale Anita Maurodinia che è indagata e che ieri si è dimessa dall'incarico e dal Pd. Nell'inchiesta sono coinvolti, tra gli altri il marito dell'ex assessora, Sandro Cataldo e il sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli, entrambi ai domiciliari.

Dalle carte dell'inchiesta emerge che un padre e sua figlia il 4 ottobre del 2020 vengono ascoltati dalla polizia giudiziaria e riferiscono "dettagliatamente le modalità di esecuzione della condotta criminosa".

I due testimoni consegnano alla polizia giudiziaria un numero di telefono riferendo che una donna li aveva contattati "una settimana prima delle elezioni per chiedere loro di passare dal comitato qualora fossero stati interessati a fare i rappresentanti di lista per conto di Nicola Lella", indagato. Entrambi si presentano all'appuntamento, consegnano i documenti e ricevono "le indicazioni sul voto da tributare a Lella alle comunali e alla candidata Maurodinoia alle regionali, con l'intesa che sarebbero stati richiamati dopo le elezioni per ricevere il compenso pattuito in euro 50 pro capite". Denaro che, hanno raccontato i due testimoni, sarebbe poi stato effettivamente consegnato a loro come "ad altri elettori in quello stesso frangente". "L'avvenuto pagamento - si legge - veniva quindi annotato da una ragazza seduta dietro la scrivania".

I medici chiedevano "protezione" a Cataldo

A Sandro Cataldo, marito dell'ex assessora regionale Anita Maurodinoia, e principale indagato nell'inchiesta barese sul presunto voto di scambio, si rivolgevano anche i medici dell'Asl per ottenere favori o aiuti. E' quanto emerge nell'ordinanza di custodia cautelare che, ieri, ha portato all'arresto di otto persone, tra le quali proprio Cataldo. I carabinieri intercettano la telefonata di un medico fatta a Cataldo durante la pandemia Covid, il camice bianco è preoccupato che il suo reparto potesse essere chiuso e accorpato in una rimodulazione necessaria ad affrontare l'emergenza sanitaria: "Sto un po' preoccupato - dice il medico a Cataldo - perché mi sembra che mi vogliano dare addosso. Vogliono chiudermi, non riaprirlo neanche al Di Venere. E ho bisogno di un po' di protezione… che qualcuno vada a parlare insomma su questo". Cataldo sembra farsene carico: "Vabbè mo' stanno in vacanza, lunedì ricordami". 

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