Anita Maurodinoia si è dimessa: indagata, il marito è stato arrestato. L'ipotesi: voti comprati anche per lei

Emiliano: "Chi è garantista con un ministro lo sia sempre"

Anita Maurodinoia si è dimessa: indagata, il marito è stato arrestato. L'ipotesi: voti comprati anche per lei
3 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Aprile 2024, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 12:03

È indagata e ha subito una perquisizione domiciliare anche l'assessore regionale ai trasporti Anita Maurodinoia. Nella mattinata di oggi ha rassegnato le proprie dimissioni, accettate dal governatore Michele Emiliano. 

L'indagine è quella che ha portato questa mattina a dieci misure cautelari in provincia di Bari. Tra gli arrestati, ai domiciliari, il marito dell'ormai ex assessore regionale: Sandro Cataldo. Al contempo Maurodinoia ha rassegnato le dimissioni anche dalle cariche all'interno del Partito Democratico.

L'ipotesi degli investigatori è che anche per l'elezione nel 2020 di Maurodinoia (Pd) nel Consiglio regionale della Puglia, suo marito Sandro Cataldo, referente del movimento Sud al Centro, avrebbe acquistato voti per 50 euro. È quanto emerge dall'indagine della procura di Bari. Secondo quanto si legge nell'ordinanza, «negli accertamenti condotti dai carabinieri emergeva che la promessa e la consegna della somma di euro 50 erano finalizzate ad indicare quale preferenza sulle schede elettorali anche Anita Maurodinoia alle elezioni regionali che si svolgevano contemporaneamente alla comunali».

Dell'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale avrebbe fatto parte anche il candidato consigliere comunale a Grumo, Nicola Lella, poi diventato assessore alla Sicurezza e alla Polizia municipale e oggi arrestato e portato in carcere. Tra le promesse in cambio del voto c'era anche quella di ottenere un posto di lavoro. Il meccanismo prevedeva l'acquisizione dei dati personali di numerosissimi elettori (nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico e sezione elettorale), con vera e propria 'schedaturà in elenchi in ordine alfabetico e mediante la raccolta e la catalogazione di copia dei documenti d'identità e delle tessere elettorali, per costituire un database informatico-anagrafico.

Cataldo è ritenuto «capo e promotore dell'associazione, ideatore del programma criminoso» per la cui esecuzione si sarebbe «accordato con Lella».

Il presidente Emiliano

«Con riferimento alle indagini di cui siamo venuti a conoscenza oggi, l’assessore Anita Maurodinoia si è immediatamente dimessa, nonostante lei ritenga di essersi sempre comportata correttamente. Ho accettato le sue dimissioni a tutela della Regione Puglia, che viene prima di tutto, anche se si è ancora in fase di indagini preliminari. È già successo in altri casi, negli anni passati, a dimostrazione che questa è la regola, che si fonda sul senso di responsabilità, sulla trasparenza e sul rispetto delle istituzioni. A coloro che stanno già strumentalizzando questa vicenda dico che, così come sono garantisti con un Ministro, dovrebbero esserlo con chiunque altro  - ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano - In ogni caso, ci sono premesse generali che vanno ribadite. Da sempre affermo che il voto di scambio è un atto illegale e intollerabile. Il rispetto delle leggi è un presupposto imprescindibile per tutti e ancor di più per chi intende fare politica. Questo ho detto e praticato nella mia vita e chiunque lavori al mio fianco ne è testimone perfettamente consapevole. Magistratura e Forze dell’ordine lavorano incessantemente per verificare il rispetto delle leggi, agiscono con mezzi e strumenti investigativi che solo loro hanno a disposizione per fare luce su fenomeni che altrimenti non sarebbe possibile individuare. Ogni volta che in questi anni sono venuto a conoscenza direttamente o indirettamente di notizie di reato ho provveduto a segnalare tutto in Procura. E ho sempre invitato tutti a fare la stessa cosa. Ho sempre detto e ribadito che chi sbaglia paga. Se qualcuno ha violato la legge - e questo spetta ai giudici stabilirlo con le sentenze - è giusto che ne paghi le conseguenze».

© RIPRODUZIONE RISERVATA