Violentata a 11 anni dallo zio: racconta tutto, 66enne arrestato

Violentata a 11 anni dallo zio: racconta tutto, 66enne arrestato
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Martedì 7 Novembre 2023, 21:23 - Ultimo aggiornamento: 21:33

È riuscita a liberarsi dalla presa dello zio e a fuggire davanti a quella violenza bruta, che l’ha segnata irrimediabilmente per la vita, costretta a diventare grande troppo in fretta. È la storia di una minore di un comune costiero a sud di Bari che, nell’estate del 2020, è stata costretta dallo zio 66enne a subire rapporti sessuali completi. Lui è finito in carcere su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Alfredo Ferraro, con l’ipotesi di reato di violenza sessuale aggravata. 

La violenza quando la bimba aveva 11 anni


L’episodio - secondo le indagini degli agenti della Questura coordinati dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Francesco Diliso - sarebbe avvenuto quando la piccola, di 11 anni, si è recata, con la famiglia, a trovare la nonna in una città vicino quella di residenza.

La piccola, mentre rincasava a sera, avrebbe incontrato lo zio per strada e, in maniera gentile, si sarebbe avvicinata per salutarlo: ma è in quel momento che si sarebbe scatenato l’impulso dell’uomo. Avrebbe preso la bambina per condurla in un luogo buio, dietro alcuni cespugli, per costringerla a subire un rapporto sessuale. 

Il secondo episodio e la confessione


A questo si è aggiunta la volontà dello zio, trasformatosi in un orco, di farle subire un ulteriore atto sessuale: la piccola, però, sarebbe riuscita a scappare via da quelle mani sporche e violente. Un secondo episodio sarebbe accaduto qualche tempo dopo, quando la vittima aveva 13 anni, durante le festività natalizie del 2021. 
Mentre stavano uscendo per alcune commissioni, la piccola e lo zio si sarebbero trovati in ascensore: prima le avrebbe chiesto se indossasse il perizoma, per poi palpeggiarla sui glutei, poi avrebbe continuato in auto, passandole quella mano pesante all’interno di una coscia. La vittima avrebbe poi raccontato l’accaduto, tra le lacrime e la vergogna, alla madre. 

Denuncia e indagini


Immediata la denuncia e l’avvio delle indagini: gli agenti della sezione reati contro la persona, in danno di minori e reati sessuali, della squadra mobile di Bari hanno effettuato un ascolto protetto della 13enne, il cui racconto «non mostra contraddizioni in ordine ai fatti narrati, presentandosi al contrario coerente e credibile dal punto di vista soggettivo e oggettivo, nonché preciso e dettagliato», oltre ad aver raccolto dichiarazioni testimoniali e intercettazioni telefoniche. 


Nel corso delle attività investigative, poi, è emerso anche che l’uomo spesso consumava bevande alcoliche, riducendosi in stato di ubriachezza, tale da amplificare la sua personalità violenta. Il papà, inoltre, avrebbe dichiarato agli investigatori che il cognato, in più occasioni, avrebbe anche picchiato sua moglie. Dalle analisi fatte dal personale sanitario della neuropsichiatria infantile della Asl di Bari, sarebbe risultato che la piccola presentava, tra l’altro, un «disturbo d’ansia» e una «organizzazione borderline di personalità».
Secondo il giudice, che ha disposto il trasferimento in carcere del 66enne, gravato da un solo precedente, «l’indagato ha dimostrato di essere pervaso da insani sentimenti di prevaricazione e violenza nei confronti del prossimo», evidenziando, oltre al rischio di inquinamento probatorio, «la sussistenza di un pericolo attuale e concreto - è scritto nell’ordinanza cautelare - che lo stesso possa commettere gravi delitti della stessa specie in una pericolosa escalation».

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