Scuola, caso mense: da lunedì 15 gennaio cambia il menù. I Nas: «Ladisa, tutto in regola»

Scuola, caso mense: da lunedì 15 gennaio cambia il menù. I Nas: «Ladisa, tutto in regola»
di ​Nicola MANGIALARDI
4 Minuti di Lettura
Domenica 14 Gennaio 2024, 21:06 - Ultimo aggiornamento: 21:18

Da domani, lunedì 15 gennaio, cambia il menù delle mense scolastiche della città di Bari. Essenzialmente sarà il filetto di merluzzo “carbonaro” non gradito ai bambini a cedere il passo a un altro tipo di pesce che presenta diverse caratteristiche merceologiche e organolettiche, soprattutto olfattive. 
È, infatti, al vaglio degli esperti del competente ufficio della Asl e del Comune la nuova proposta di cibi da somministrare sempre in ossequio a quanto previsto dalle direttive europee in materia. Il tutto dopo il caso sollevato nei giorni scorsi in seguito a un piccolo malore avvertito dai una giovane utente della mensa e dalle proteste dei genitori che avevano puntato il dito contro il merluzzo “Carbonaro” meglio conosciuto come conosciuto anche come merluzzo nero che è un pesce d'acqua salata appartenente alla famiglia Gadiade. Un prodotto ittico che vive e viene pescato nell’oceano Atlantico settentrionale, in quella che gli esperti definiscono “zona Fao 27”, ovvero tra la Norvegia e il golfo di Biscaglia nella parte di nord est che va dalla Bretagna ai Pirenei Atlantici e dalle coste dei Paesi Baschi fino alla Galizia.

Una scelta questa più di opportunità che di sostanziale esigenza legata alla qualità del pesce. Qualità del pesce che, dopo essere passato al vaglio dei controlli e degli esami dei carabinieri del Nas (il nucleo antisofisticazione e sanità), è risultata confacente agli standard previsti dalla legge.

I controlli dei militari sono scattati in seguito a una segnalazione fatta dalla ripartizione delle politiche operative del Comune di Bari, all’indomani di una presunta intossicazione alimentare riscontrata a una bambina che frequenta una scuola dell’infanzia di Bari, lo scorso 8 gennaio e seguita da altre lamentele nei giorni a seguire, queste ultime riferite ad un piatto di riso che sarebbe stato trovato crudo e a una mela che sarebbe stata servita in stato di decomposizione. 

Le verifiche 


Le verifiche, sia quelle effettuate nei magazzini e i reparti dell’azienda titolare del servizio che le successive di laboratorio sui campioni prelevati hanno dato esito negativo. Il pesce in questione e tutti gli altri cibi sono risultati idonei alla somministrazione. L’ispezione ha anche accertato che i cibi passati allo scandaglio, sia dal punto di vista della conservazione che della loro preparazione, erano conservati nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie, riportando tutti gli elementi previsti per legge sulla loro tracciabilità e rintracciabilità, risultando immagazzinati in maniera separata tra loro e con la chiara evidenza delle loro scadenze ancora in corso di validità. Un cambiamento di menù, questo, che, come aveva fatto sapere Paola Romano, assessore alle Politiche educative del comune di Bari, sarà sottoposto al giudizio e all’assaggio preventivo di una rappresentanza di genitori che dovranno degustare un tipo di pesce il cui gusto è più vicino alla tradizione gastronomica e olfattiva barese. 
Un cambiamento che, però, viene fatto in deroga rispetto alla normativa nazionale, proprio per avvicinare il sapore del cibo ai gusti più comuni dell’utenza barese. Un coinvolgimento e una condivisione con le famiglie che non riguarda, solo, la fase della preparazione degli alimenti ma, anche, la sua somministrazione. 
A cedere il passo non sarà solo il merluzzo nero ma si procederà una sorta di alternanza quotidiana tra i primi e secondi piatti che verranno proposti seguendo le più diffuse e apprezzate ricette tipiche locali più confacenti al consumo della giovane utenza. Da ultimo in arrivo modifiche, anche, alle preparazioni di alcuni piatti come il vitello arrosto che manda in pensione gli straccetti di bovino in umido e la tradizionale frittata che ricorre all’aggiunta di latte per presentarsi più soffice ai palati degli utenti delle mense scolastiche.
© RIPRODUZIONE RISERVATA - SEPA 

© RIPRODUZIONE RISERVATA