Bari, le mani dei clan rumeni sulla prostituzione in città: i tariffari, le zone, le faide fra gruppi diversi

Bari, le mani dei clan rumeni sulla prostituzione in città: i tariffari, le zone, le faide fra gruppi diversi
di Mara CHIARELLI
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Martedì 24 Agosto 2021, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 12:37

Non occorre il buio della sera, l'affare della prostituzione a Bari e nei paesi limitrofi si alimenta anche con il sole. Un affare a molti zeri, gran parte dei quali finisce nelle tasche di veri e propri clan stranieri, con il placet delle organizzazioni criminali baresi. Da molti anni ormai le forze dell'ordine sono impegnate in una vera e propria mappatura dei gruppi che si spartiscono i proventi dei traffici del sesso.
E, di recente, stanno riscontrando un trend in aumento, quello dei clan rumeni che si impongono anche sui nigeriani, a lungo leader' nel business. Nelle ultime settimane, infatti, si sono registrati numerosi scontri fra frange dello stesso clan balcanico, evidentemente in conflitto per la gestione delle donne connazionali. Sono loro che decidono le zone in cui le donne, in gran parte di giovane età, possono offrirsi, dietro pagamento della consueta tangente. Di pari passo, e non si tratta di coincidenza, si verificano incendi più o meno estesi nei campi rom, possibile conseguenza di quei contrasti ed espressione dell'affermarsi degli uni sugli altri.

Il tariffario


Esiste, è stato ricostruito, un vero e proprio tariffario al quale le prostitute devono attenersi per poter proseguire il loro lavoro: un listino che varia a seconda del traffico, e dunque della maggiore possibilità di guadagno. Le tariffe, hanno riscontrato gli investigatori, vanno dai 200 ai 500 euro a settimana, a seconda che si tratti di strada più o meno frequentata: il lungomare Nazario Sauro, le zone di San Giorgio, Santa Fara e le complanari della tangenziale all'altezza del quartiere Japigia sono quelle più gettonate proprio perché di passaggio.
Negli ultimi tempi, inoltre, gli inquirenti hanno riscontrato in parallelo un'altra tendenza: complice anche l'isolamento da Covid, molte donne hanno spostato i loro affari dalla strada agli appartamenti per un'attività che, come è stato dimostrato, non conosce soste nè inflazioni.

Ma, seppure fra quattro mura, resta la tangente da pagare a chi controlla la zona che, a sua volta, ne cede parte ai clan baresi. Non è infatti possibile che, sul territorio controllato dalle organizzazioni baresi, si esercitino business senza consultare chi comanda: circostanza che conferma la natura mafiosa dei clan.

La vita delle schiave del sesso


La vita delle giovani donne, che si vendano sulla strada o in appartamenti di fortuna, presenta connotati comuni: quelle che non vivono in città, arrivano in stazione con gli autobus, poi prendono servizio, alcune molto presto alle 6.30, altre verso le 10.30, dopo aver terminato il lavoro regolare in albergo.
Quella di battere la strada è una scelta di vita, nonostante le tariffe ormai bassissime, 20 euro in media: lo fanno per una decina di anni e poi tornano in Romania, dove le aspettano i figli ignari. Rimpatriarle è complesso, visto che sono quasi tutte in attesa che il tribunale decida sulla loro richiesta.
Vivono in alberghi di seconda scelta, per restare sulla strada si amministrano da sole, pagando la tassa per l'utilizzo della zona, ma nel caso si decida di cambiare zona, è necessario avvertire e ottenere dal protettore di turno l'autorizzazione. Non solo Bari, tuttavia, ma anche nei comuni limitrofi: Triggiano, Rutigliano, Adelfia, e più su verso il nord barese. Ore e ore sulla strada, in attesa che il capo' di riferimento le passi a prendere per portarle a mangiare un boccone alla stazione di servizio più vicina.
Un fenomeno che le forze dell'ordine hanno difficoltà a sradicare, complice anche la poca informazione a disposizione delle donne nonostante il lavoro instancabile delle associazioni antitratta sul territorio. Molto è stato fatto dalla rete regionale antitratta, ma perché non sia vano occorre che le istituzioni tengano alta l'attenzione di tutti sul fenomeno.

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