Suore truffate nella Rsa: sottratti 530mila euro. Indagata ex procuratrice: ha usato il denaro per feste e spese personali

Le accuse sono truffa e appropriazione indebita

Truffa alla Rsa di suore: sottratti 530mila euro. Indagata ex procuratrice: ha usato il denaro per feste e spese personali
Truffa alla Rsa di suore: sottratti 530mila euro. Indagata ex procuratrice: ha usato il denaro per feste e spese personali​
di Michela Allegri
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 07:46

Ha utilizzato i soldi della Rsa di una congregazione religiosa per spese personali, feste. E quando gli ammanchi sono venuti a galla e le suore proprietarie della struttura hanno deciso di allontanarla, lei ha trovato un escamotage per continuare a incassare: ha fondato una società parallela e con questa ha stipulato un contratto di affitto, continuando di fatto a gestire la residenza nel quartiere Aurelio. Poi, avrebbe iniziato a prelevare denaro: in tutto, avrebbe sottratto almeno 553mila euro. O almeno, sono queste le accuse mosse dal pm Francesco Basentini, che ha appena firmato un avviso di conclusione delle indagini a carico della donna. Le accuse sono truffa e appropriazione indebita.

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La struttura è la Rsa “Casa delle religiose di Nostra Signora del Sacro Cuore di Issoundun”.

L’indagata ha gestito la residenza grazie alle procure rilasciatele nel 2001 nel 2005 dalla Superiora della congregazione. Quando nel 2021 le anomalie contabili sono venute a galla, le religiose hanno deciso di revocare la procura, «di fatto avveniva il 14 febbraio 2022», si legge nel capo di imputazione. Quando l’indagata ha scoperto che le suore avevano deciso non concedere più in affitto la residenza sanitaria alle condizioni contrattuali da lei proposte - sostiene il pm - la donna avrebbe sfruttato la società “Rsa Casa delle Religiose del Sacro Cuore Srl”, da lei costituita nel dicembre del 2021, per sottoscrivere «in mancanza di qualsiasi autorizzazione degli organi ecclesiastici superiori» un contratto di locazione tra la Casa delle Religiose e la nuova società.

Per farlo avrebbe ignorato la raccomandata che le sarebbe stata consegnata a mano il 10 dicembre 2021, nella quale la congregazione le comunicava di porre fine alle trattative in corso per l’affitto. Il contratto porta la data del 30 dicembre 2021 e non sarebbe stato nemmeno comunicato all’Ente. In questo modo, sottolinea il pm, l’indagata avrebbe continuato «a gestire la Rsa nella nuova veste di titolare della società divenuta affittuaria e a compiere operazioni bancarie, appropriandosi delle risorse economiche». Avrebbe effettuato «diverse e numerose spese di tipo personale», tra le quali la retta scolastica dei nipoti, regali e organizzazione di feste in occasione di ricorrenze familiari. Il 9 febbraio 2022, pochi giorni prima della revoca della procura, avrebbe disposto operazioni di giroconto a favore della sua società. In tutto, secondo l’accusa, avrebbe sottratto almeno 553.560 euro. Ora il prossimo passo della Procura potrebbe essere una richiesta di rinvio a giudizio.

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