Sindrome di Nager, bimba nasce con la bocca chiusa: ora (a 16 anni) può finalmente aprirla grazie a un intervento di 10 ore

La ragazzina era affetta da una forma rarissima della sindrome di Nager

Nasce con la bocca chiusa: ora, all'età di 16 anni, può finalmente aprirla grazie a un intervento di 10 ore
Nasce con la bocca chiusa: ora, all'età di 16 anni, può finalmente aprirla grazie a un intervento di 10 ore
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Mercoledì 27 Settembre 2023, 17:07 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 15:34

A causa di una gravissima sindrome di Nager era nata con la bocca chiusa; ora, a 16 anni può finalmente aprirla: il merito è di un eccezionale intervento di chirurgia maxillo-facciale effettuato all’ospedale di Catania All’Ospedale San Marco.Dopo 16 lunghissimi anni la ragazzina potrà finalmente parlare, sorridere, ingerire cibi solidi e fare tutto quello a cui ha dovuto finora rinunciare.

Nasce con la bocca chiusa: ora, all'età di 16 anni, può finalmente aprirla grazie a un intervento

La sindrome e il complicato intervento

Già nel feto della bimba si era sviluppato un ammasso osseo che aveva praticamente fuso e unito la mandibola al cranio, rendendo impossibile il movimento necessario ad aprire la bocca. Una malformazione dovuta sindrome genetica di Nager tra le più rare al mondo e che ha potuto essere risolta grazie ad un'operazione durata ben 10 oreche ha richiesto mesi e mesi di preparazione. 

 

Al complicato intervento hanno partecipato i chirurghi maxillo-facciali, chirurghi anestesisti dell’UOS Rianimazione sale chirurgiche e dell’UOC Chirurgia toracica.

Un contributo fondamentale è arrivato anche dal direttore generale dell’azienda ospedaliero universitaria etnea, Gaetano Sirna, che ha messo a disposizione le risorse per la realizzazione della protesi in titanio impiantata ad Aurora. 

«Siamo orgogliosi di questo intervento», ha spiegato Alberto Bianchi, professore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-facciale che insieme a Massimo Robiony, direttore della clinica maxillo facciale dell’ospedale universitario di Udine e il suo professore associato Salvatore Sembronio, ha guidato la squadra di medici e paramedici.

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