Renzi: «Da Fi ci sostengano sulle riforme, o andremo avanti senza di loro»

Renzi: «Da Fi ci sostengano sulle riforme, o andremo avanti senza di loro»
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Lunedì 2 Febbraio 2015, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 09:41
«Alla Camera Fi non è importante dal punto di vista numerico ma come idea di riforme condivise. Credo che Fi abbia interesse a starci ma non ha senso rimettere in discussione tutto, noi si va avanti comunque, se non vogliono andiamo avanti anche senza».



Arriva molto chiaro il messaggio dal premier Matteo Renzi, all'indomani dell'elezione di Sergio Mattarella come presidente della Repubblica che ha messo in discussione il patto del Nazareno stretto da Pd e Fi.



«Il centrodestra ha divisioni al proprio interno, capisco anche il Pd, le ha e le avrà ma Berlusconi ha detto che Mattarella è una persona assolutamente per bene», ha sottolineato Renzi in un'intervista a Rtl, ribadendo: «L'elezione del Capo dello Stato mette il turbo, non rallenta le riforme. Avanti tutta, io non passo i prossimi mesi a parlare con i partitini ma tra gli italiani per rimettere in moto il paese».



Il presidente del Consiglio ha poi risposto a Pier Luigi Bersani, per il quale il nuovo capo dello Stato sarà puntiglioso nel vaglio delle riforme costituzionali: «Non è che Napolitano fosse meno rigoroso o attento, evitiamo di mettere in mezzo il Capo dello Stato. Le riforme vanno avanti perchè servono all'Italia e agli italiani».



«Siamo molto contenti
», ha affermato Renzi, «l'elezione del presidente della Repubblica è un bel momento per tutti gli italiani. Poi ci sono le polemiche dei partiti che lasciano il tempo che trovano».



Poi il premier ha anche fatto direttamente riferimento alla crisi di Ncd dopo l'elezione di Mattarella: «Oggi bisogna lavorare con calma, chi ha da leccarsi le ferite lo faccia ma non c'è bisogno di discussioni polemiche.
Abbiamo eletto un galantuomo, il giorno dopo si deve rilanciare, le discussioni fanno vecchia politica. Siamo qui a governare l'Italia non a compattare le alleanze interne».




Renzi ha poi difeso la norma della delega fiscale che tornerà in consiglio dei ministri il 20 febbraio dopo le polemiche: «Sulla norma del 3% stiamo valutando, verificando, vedremo se cambiarla e come. Il senso è che se fai il furbo e ti becco ti stango, ti faccio pagare il doppio ma diamo corso al processo penale se c'è buona fede. Berlusconi non c'entra niente ma bisogna dividere tra gli evasori e chi fa errori in buona fede».



Il premier, alla vigilia dell'incontro con il nuovo primo ministro greco Tsipras, ha sottolineato come sulla Grecia «serve serietà, prudenza, responsabilità», sostenendo che «l'euro si sta mettendo sulla strada giusta ma bisogna andare più veloci» nella via della flessibilità. «È fondamentale dare un messaggio chiaro - ha aggiunto il premier - noi abbiamo detto che vogliamo cambiare la politica economica in Europa e non per la Grecia. Siamo in prima linea e son contento che in tanti stanno arrivando».
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