Morta Marida Lombardo Pijola, una vita al Messaggero e scrittrice di successo

Morta Marida Lombardo Pijola, una vita al Messaggero e scrittrice di successo
di Germana Consalvi
3 Minuti di Lettura
Domenica 26 Settembre 2021, 21:32 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 10:14

Segni particolari: bellissima. Così tanto che il suo notevole talento giornalistico sembrava quasi una benevola quadratura del cerchio del Destino, che aveva concentrato il meglio che un essere umano possa esprimere – bellezza, bravura, intelligenza, coraggio e umanità in dosi molto generose – in lei: Marida Lombardo Pijola, una vita al Messaggero da inviata, poi scrittrice di successo. Una malattia spietata contro la quale la giornalista ha combattuto a testa alta, come tutto ciò che ha affrontato nella sua vita privata e professionale, se l’è portata via ieri.

Aveva 65 anni e cuore ed energia da vendere. Solo pochi mesi fa invitava così i tanti amici alla presentazione rinviata causa Covid del suo ultimo libro, “L’imperfezione delle madri”: “Sarebbe bellissimo vedervi, anzi guardarvi negli occhi oltre la mascherina” . Barese, Lombardo Pijola ha iniziato a lavorare nel 1979 al Quotidiano di Puglia per poi approdare alla Gazzetta del Mezzogiorno e in seguito al Messaggero: in circa 30 anni è stata una firma di punta in particolar modo dei retroscena della politica italiana, ma si è occupata anche della lotta alla mafia. Custodiva con affetto intenso una foto che la ritraeva insieme al giudice Giovanni Falcone, suggello di un collaudato e reciproco rapporto di stima e di rispetto.

Occhi da cerbiatta, fisico da mannequin, gentilezza e dolcezza indimenticabili, Marida era una giornalista ammiratissima.

Ha circumnavugato questo mestiere, tuffandosi a capofitto anche nel mondo tormentato dall’adolescenza con inchieste importanti sulle pagine del Messaggero. Un’esperienza culminata nel 2007 nel libro ” Ho 12 anni, faccio la cubista, mi chiamano principessa”, in cui ha documentato la doppia vita di ragazzine-lolite tra 11 e 14 anni.

Famiglia, condizione femminile, femminicidi sono stati altri temi molto cari a Lombardo Pijola. Era una grande firma, ma non era a caccia di riflettori. Uno degli ultimi impegni giornalistici che svolse con buona voglia fu un concorso letterario femminile lanciato proprio dal Messaggero. Sposata con il chirurgo oncologo Carlo Vitelli, tre figli, Marida aveva affrontato con dolore il pensionamento,o meglio, il distacco dall’amato quotidiano di via del Tritone: tanto che salutò i colleghi invitandoli ad entrare nella sua stanza il giorno dopo per prendere il suo “regalo”. Aveva riempito la sua ormai ex scrivania di copie del libro dedicato al Messaggero, scritto da uno storico ex direttore, Vittorio Emiliani. Purtroppo quella uscita fu accompagnata dalla comparsa di una malattia che lei ha affrontato con forza e coraggio ammirevoli, scegliendo di mostrarsi anche sui social.

La malattia è dura prova, non una vergogna. Innamorata della scrittura, che per Marida era vita, sul suo profilo twitter aveva dato in tempi recenti un messaggio ironico, ridimensionando il messaggio-chiave originale, “Scrivo”, manifesto del suo grande amore, in “Scrivo, più di frequente la lista della spesa”. Mancherà a tutti Marida, e la grande bellezza della sua sensibilità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA