Manganellate a Pisa, video al setaccio. Piantedosi: responsabilità individuali. Studenti protestano davanti al Viminale

Gli studenti stanno cantando slogan a favore della Palestina, contro il ministro Piantedosi

Manganellate a Pisa, a Roma manifestazione di studenti con fumogeni e megafoni davanti a Viminale
Manganellate a Pisa, a Roma manifestazione di studenti con fumogeni e megafoni davanti a Viminale
di Valentina Errante
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Lunedì 26 Febbraio 2024, 07:19

Un problema nella gestione della piazza c’è stato. E nessuno intende negarlo. Ma il ministro Matteo Piantedosi, che ha «condiviso» il monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sull’uso dei manganelli dopo le cariche a Firenze e a Pisa, non arretra dal sostegno ai suoi uomini. L’errore è dei singoli, che saranno perseguiti. Anche perché il rischio, senza una linea chiara, è proprio quello di un passo indietro da parte degli agenti. Così questa mattina, nel corso dell’incontro chiesto dai segretari dei sindacati confederali e subito concesso dal titolare del Viminale, Piantedosi lo ribadirà. Senza aggiungere molto di più. In un difficile equilibrio, dopo l’intervento senza precedenti del Quirinale, tra il diritto di manifestare e la difesa dei suoi, ribadendo ancora una volte che non c’è stata alcuna modifica nelle modalità di gestione dell’ordine pubblico. Ma che tuttavia è necessario il dialogo e anche chi organizza le manifestazioni deve confrontarsi con le istituzioni, nel rispetto delle regole. Circostanza che a Pisa e Firenze, dove dovevano essere tutelati obiettivi sensibili (la sinagoga e il consolato Usa), non si è verificata. Eppure proprio all’interno delle forze di polizia qualche preoccupazione si manifesta, anche per le strumentalizzazioni politiche che hanno modificato il clima, alimentando i conflitti anche nelle piazze.

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L’INCONTRO

Le rassicurazioni che Piantedosi fornirà ai segretari dei sindacati sono già state espresse sabato durante un incontro, dal prefetto di Pisa, Maria Luisa D’Alessandro, con il questore, il sindaco e i rappresentanti sindacali locali.

In una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil di Pisa hanno riferito come D’Alessandro abbia spiegato «che non è stata data nessuna indicazione particolare per reprimere con la forza e i manganelli le manifestazioni in generale e nello specifico quelle pro Palestina», mentre il questore «ha ammesso un problema di gestione della piazza, dal punto di vista organizzativo e operativo, a suo avviso causato dal fatto che non erano chiari gli obiettivi del corteo». Il Prefetto, si spiega sempre nella nota dei sindacati, «ha inoltre precisato che tutte le responsabilità, anche penali, saranno accertate nel più breve tempo possibile da parte delle autorità competenti che hanno acquisito tutta la documentazione necessaria».

I SINDACATI

Le preoccupazioni riguardano invece le strumentalizzazioni, che traspaiono anche dalla nota dell’Associazione nazionale funzionari di polizia che, attraverso il suo segretario, Enzo Letizia, ha auspicato che manifestazioni come quella che si è svolta sabato a Milano, con 15 mila persone in piazza, senza scontri (al di là di qualche momento di tensione) possano ripetersi. «Possano contribuire ad allentare il clima di tensione talvolta avvertito nelle piazze», ha dichiarato Letizia, che ha aggiunto: «All’iniziativa promossa dalla Confederazione unitaria di base, hanno partecipato gruppi dell’associazionismo palestinese e del mondo arabo, sodalizi del mondo studentesco e, soprattutto, numerose componenti antagoniste e anarchiche locali nonché provenienti da tutto il territorio nazionale, alcuni dei quali, durante la manifestazione travisandosi, non si sono astenuti da provocazioni. Non possiamo che complimentarci per l’eccellente risultato, frutto del un lavoro delicato e meticoloso svolto nei giorni precedenti». E Letizia conclude con un auspicio: «Che esperienze positive come quella meneghina possano contribuire ad allentare il clima di tensione talvolta avvertito nelle piazze».

 

L’INCHIESTA

Intanto oggi a Pisa partiranno gli accertamenti preliminari nell’ambito del fascicolo aperto dalla procura contro ignoti e per ora senza ipotesi di reato per fare chiarezza sulle cariche. Il procuratore facente funzioni, Giovanni Porpora assegnerà l’inchiesta a uno dei suoi sostituti mentre ha già delegato la raccolta dei primi riscontri ai carabinieri. Anche la questura ha depositato un’informativa autonoma corredata dai filmati girati dalla polizia scientifica. Gli inquirenti si concentreranno sui video circolati sui social e quelli girati e acquisiti dai docenti del liceo di fronte al quale si sono verificati gli scontri, ma anche sulla catena di comando del dispositivo di ordine pubblico per chiarire chi abbia dato l’ordine di caricare e perché. Di certo nei video non si vede un dirigente in piazza che abbia dato l’ordine di caricare. E presto arriveranno anche le querele dei genitori dei minori feriti che potrebbero avviare un’azione comune e collettiva chiedendo conto delle condotte tenute in piazza dai poliziotti. L’obiettivo condiviso è fare accertamenti rapidi e rigorosi per ripristinare un clima più sereno in città dopo le polemiche degli ultimi giorni.

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