La Puglia tra le prime tre regioni preferite dagli enoturisti italiani

I produttori: «Il vino rappresenta l’1,1 per cento del Pil nazionale»

Inaugurazione del Vinitaly
Inaugurazione del Vinitaly
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Lunedì 15 Aprile 2024, 15:13

Il Vinitaly 2024 si è aperto con un dato importante per la Puglia, che secondo gli enoturisti italiani, ovvero coloro che associano la bellezza dei paesaggi ai sapori e alle emozioni di vigne e vino, è tra le prime tre regioni d'Italia da scegliere. Coldiretti Puglia aggiunge che il 32 per cento degli enoturisti preferisce le strutture pugliesi anche per le esperienze in cantina.

Coldiretti

«La Puglia si sta imponendo grazie alla capacità di innovare dei produttori che hanno puntato sul legame con il territorio e sulla cultura locale per vincere la competizione del mercato globale», afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, evidenziando che «la popolarità internazionale di eccellenze varietali uniche, con il successo di vini Dop come il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, hanno fatto del settore vitivinicolo pugliese il riferimento per vocazione, capacità di raccontare e promuovere al meglio il territorio con l'enoturismo».

Per sostenere l'enoturismo è stato siglato un accordo, il primo del genere, tra tra Coldiretti, Terranostra e Airbnb per la promozione di distretti del vino. Nello specifico, l'intesa prevede la creazione di pagine web dedicate per ciascun distretto del vino sul sito di Airbnb con mappa digitale e l'indicazione delle cantine da visitare associate a schede informative e wine passport - book che si accompagnano a iniziative di formazione. «I nostri agriturismi fanno vivere attività indimenticabili con un forte impatto emozionale che creano connessioni a livello fisico, intellettuale, sociale ed emotivo», conclude Antonio Baselice, presidente di Terranostra Puglia l'associazione agrituristica e ambientale di Coldiretti.

La sinergia con Unioncamere

La Regione Puglia partecipa in stretta sinergia con Unioncamere Puglia, con l’obiettivo di promuovere una Puglia del vino sempre più attenta alle nuove tendenze del mercato e capace di coniugare la cultura enoica con la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tradizionali e con il pescato di qualità delle acque pugliesi. Nel Padiglione 11 sono presenti 109 aziende vitivinicole pugliesi.

Il ministro Urso

Impossibile, nella giornata inaugurale dell’appuntamento di Verona, non parlare delle tensioni internazionali, e in particolare dei conflitti in corso in Medio Oriente e tra Russia e Ucraina, che hanno un peso anche sull'economia italiana, costretta a ripensare le rotte dei trasporti marittimi delle merci con Gibilterra in alternativa al canale di Suez. «Un impatto sul nostro sistema economico dai conflitti in corso c'è stato e ci sarà laddove i conflitti continuassero» ha osservato il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso. Tuttavia, il fermento che si respira tra i padiglioni espositivi a Veronafiere (Vinitaly chiuderà i battenti mercoledì 17 aprile) è quello di una imprenditoria sempre con la valigia in mano, a caccia di nuovi mercati di sbocco. «Tutti i nostri produttori del settore vino devono sapere che non sono soli. C'è un governo che li sostiene e lavoriamo per abbattere tutte le barriere doganali per combattere la concorrenza sleale» ha detto il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, aprendo i lavori del salone internazionale del vino e dei distillati. Del resto, «togliere il vino al Belpaese equivarrebbe, in termini di Pil, a cancellare quasi il valore di tutto lo sport italiano, compreso il calcio. Uno choc per l'Azienda Italia pari all'1,1% del Pil (lo sport, secondo stime dell'Istituto Credito sportivo vale l'1,3%)» afferma Veronafiere, che con l'Osservatorio Uiv-Vinitaly ha illustrato, alla vigilia della prima giornata nazionale del Made in Italy, il contributo economico del comparto: in caso di scomparsa della filiera del vino, 303 mila persone dovrebbero trovarsi un altro lavoro e il Paese rinuncerebbe a un asset in grado di generare (tra impatto diretto, indiretto e indotto) una produzione annua di 45,2 miliardi di euro e un valore aggiunto di 17,4 miliardi di euro. Per il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, «il vino italiano vale più di 8 miliardi di export e i consumatori sul mercato interno lo scelgono perché esprime qualità, dà sicurezza e benessere. È dunque un elemento prezioso che va protetto nella sua integrità, nella qualità rendendolo sempre migliore e attrattivo».

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