Akira, il labrador ambientalista: ecco il cane che raccoglie la plastica dal mare

È un cane addestrato per interventi di protezione civile e per i salvataggi

Akira, il labrador ambientalista: ecco il raccoglie la plastica dal mare
Akira, il labrador ambientalista: ecco il raccoglie la plastica dal mare
di Raffaele CONTE
4 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Aprile 2024, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 13:23

Si chiama Akira e la sua attività può solo richiamare al rispetto della vita, dell’ecosistema e del pianeta. Akira è un cane magnifico esemplare di razza Labrador e fa parte della squadra di volontari di Nita Era Ambiente di Taranto, con sede operativa a Castellaneta Marina.

È addestrato al salvataggio in mare, alla ricerca di persone scomparse e di quant’altro utile agli interventi tipici della Protezione Civile. Akira, comunque, sa fare anche altro: la scorsa settimana, mentre era in giro per la sua passeggiata quotidiana di controllo sulla spiaggia di Castellaneta, il suo padrone si è fermato attratto dalla spazzatura di vario genere sparsa un po' ovunque. Decide di raccoglierne il possibile, ammucchiarla in un punto, differenziandola, e poi ritornare per imbustarla e smaltirla. Quindi, si dà un gran da fare per raggruppare bottiglie di plastica, lattine e vari recipienti vuoti lasciati abbandonati. Senonché ecco il verificarsi di ciò che non t’aspetti: Akira, si allontana dal padrone e si tuffa in mare portando fuori, stretto in bocca, un boccione di plastica, che deposita dove il padrone stava mettendo altro materiale; ritorna in acqua e ne esce con un coperchio di plastica stretto tra i denti; rifà il tragitto all’inverso e rientra con un coperchio per contenitore, manco a dirlo, utilizzato per conferire plastica. Questo via vai può sembrare un gioco. Nel senso che se piace al padrone raccogliere rifiuti, allora, avrà pensato tra sé il cane, piace anche a me.

Piuttosto, la realtà è che tra uomo e animale si è elevata una sorta di collaborazione/capacità utili alla vita di tutti i giorni, che arricchisce il bagaglio emotivo e sociale.

Il ventaglio espressivo dell’agire di Akira, ad ogni modo, ha dato un segnale inequivocabile indirizzato a far acquisire la consapevolezza che gran parte del pianeta sta nuotando nella plastica abbandonata, danneggiando la salute degli animali e, probabilmente, anche quella dell’uomo.

L’inquinamento da plastica è diventato uno dei temi ambientali più pressanti: la produzione di oggetti in plastica usa e getta sta soverchiando la capacità di gestirla. È indubbio che la plastica ha rivoluzionato la medicina con dispositivi salvavita, ha reso più leggere le automobili e i jet, consentendo di risparmiare carburante e inquinare di meno; salvato vite con caschi, incubatrici e attrezzature per rendere potabile l’acqua. Le comodità offerte dalla plastica, però, hanno portato a una cultura dell’usa e getta che rivela il lato oscuro di questo materiale: oggi, le plastiche monouso costituiscono il 40% di tutte quelle prodotte ogni anno. Molti di questi prodotti, per esempio le buste di plastica o gli involucri per cibo, hanno una vita di pochi minuti o poche ore, anche se rimangono nell’ambiente per centinaia di anni. L’Italia, è il maggior produttore di plastica tra gli stati che si affacciano sul Mediterraneo ed è responsabile del 2% della produzione mondiale di manufatti in plastica. Nessuno è in grado di dire esattamente quanta plastica raggiunga il mare, ma si stima che, ogni anno, tra i 5 ed i 13 milioni di tonnellate di plastica finiscano negli oceani del mondo causando l’80% dell’inquinamento marino. Seguendo questo trend entro il 2050 ci sarà, in peso, più plastica che pesce. Questi rifiuti per i 4/5 entrano in mare sospinti dal vento o trascinati dagli scarichi urbani e dai fiumi: non importa se vive in una città lontana dal mare, la plastica in ogni caso finisce lì. Metà di tutta di quella prodotta è stata realizzata solo negli ultimi 20 anni. Ogni anno, circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono dalle nazioni costiere negli oceani. Equivale a buttare cinque buste di immondizia ogni 30 centimetri di costa in tutto il mondo.

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