Sinergia Puglia-Albania, Fontana (presidente Confindustria): «Lì investire è più facile. E hanno fiducia e fame di futuro»

Il presidente di Confindustria Puglia e dell’omologa associazione in Albania: facciamo rete

Sinergia Puglia-Albania, Fontana (presidente Confindustria): «Lì investire è più facile. E hanno fiducia e fame di futuro»
Sinergia Puglia-Albania, Fontana (presidente Confindustria): «Lì investire è più facile. E hanno fiducia e fame di futuro»
di Alessio PIGNATELLI
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Venerdì 10 Novembre 2023, 05:00

«Le racconto un aneddoto. Proprio l’altro giorno ero a Tirana in un bar. Mi hanno chiesto se ero italiano, ho risposto di sì e ho continuato a bere il caffè. Sono andato alla cassa, mi hanno domandato nuovamente di dove fossi di preciso. Quando ho detto che ero pugliese, mi hanno ringraziato e mi hanno offerto la consumazione. Questa è l’Albania, ci sono riconoscenti e noi non dobbiamo considerarli come spauracchio». Sergio Fontana è presidente di Confindustria Puglia e dell’omologa associazione in Albania. Insomma, il profilo ideale per analizzare il fenomeno della rinascita di un Paese che poco più di tre decenni fa viveva una situazione devastante.
Presidente, in questi anni si è ribaltato il paradigma: adesso è il popolo albanese ad aiutarci sul tema della sanità o dei migranti.
«Il Paese ha vissuto un regime autoritario tremendo. Il popolo è stato compresso dal comunismo più bieco e feroce. Possiamo dire che si è consumata una delle dittature più dure a pochi passi da noi, il clima era di terrore. È come se avessero schiacciato un tasto, adesso. Un po’ come l’Italia post bellica negli anni Cinquanta, un boom economico che si rifletteva anche nel modo di vivere. Ma loro non hanno dimenticato cosa la Puglia ha fatto per l’Albania: ricordo che un sindaco a Bari, mi riferisco a Enrico Dalfino, quando il governo italiano disse di non fare attraccare la nave con migliaia di albanesi, fece l’esatto opposto. Erano delle persone, degli esseri umani. E sono orgoglioso di aver avuto quel sindaco, di quella scelta».
Come si vive adesso in Albania?
«È una nazione piccola, molto orgogliosa, dai 50 anni in su parlano tutti italiano grazie ai programmi televisivi. È un popolo estremamente accogliente, c’è positività: con noi esiste un legame culturale e poi economico. L’Italia è il primo paese per import export, la bilancia commerciale è di grande sinergia».
Parliamo allora di economia: perché tanti preferiscono investire a Tirana?
«In Italia oggi c’è un eccesso di burocrazia e ci siamo avvitati su noi stessi. Se dovessimo costruire le autostrade di migliaia chilometri che hanno realizzato i nostri nonni, avremmo enormi difficoltà: basti pensare agli uccelli migratori che bloccano le infrastrutture. Ecco, lì si può, con una serie di positività e negatività, ma le cose si possono fare. E poi c’è un aspetto fondamentale».
Ci dica.
«Hanno fatto un salto epocale con la digitalizzazione. Tutta la pubblica amministrazione è praticamente digitalizzata. È come dare un cellulare a un bambino, lo saprà usare subito dopo. Noi siamo come gli anziani, abbiamo bisogno del libretto di istruzione. C’è fame di futuro». 
Sembra una differenza sostanziale con il nostro Paese, in questo momento storico depresso da inflazione e rincari. 
«Guardi, in Albania le giovani generazioni hanno la netta sensazione che il futuro sarà migliore del presente e, certamente, del passato. Da noi purtroppo non è così, abbiamo meno fame e siamo più pessimisti. La storia ha insegnato loro che le difficoltà più atroci si superano e quindi c’è un atteggiamento sempre positivo».
Dobbiamo considerare il Paese delle Aquile un competitor? Un settore su tutti: il turismo.
«Noi non siamo divisi ma siamo uniti dal mare. Al di là della vicinanza, si possono fare progetti comuni. Le opportunità sono enormi, basti pensare al turismo dei diportisti. Con una mini traversata si possono toccare due nazioni due diverse. Ma poi le faccio un esempio: un imprenditore del Salento non deve vedere come competitor quello del Gargano. Si deve valorizzare il brand Puglia e allo stesso modo bisogna ragionare con l’Albania».
Anche perché i rapporti istituzionali funzionano.
«E si devono sfruttare: quelli eccezionali tra Meloni e Rama ma anche tra quest’ultimo ed Emiliano. Io non vedo muri ma ponti. C’è un popolo che parla italiano, ci vuole bene, perché farci concorrenza?».
A proposito di sinergie, l’acquedotto marino sotto l’Adriatico: il progetto che collega Albania e Puglia è stato rilanciato proprio da Confindustria.
«Può collegare il Salento al sud dell’Albania dando diversi vantaggi. Sotto il profilo idrico abbiamo grossi problemi con la mancanza della risorsa e la salinità delle falde. Loro invece riversano tanta acqua e viene persa: potremmo sfruttare la tecnologia di Aqp. L’idea è di realizzare una condotta sottomarina di circa 85 chilometri nell’Adriatico. Potrebbe essere finanziata anche con fondi a parte rispetto al Pnrr». 
Quanti sono gli imprenditori che le chiedono consigli per andare a investire a Tirana?
«Tantissimi. Organizziamo delle missioni imprenditoriali, bisogna andare lì con cognizione di causa: incontri con le parti commerciali e con i vari portatori di interesse. Moltissima gente vuole andare lì per la vicinanza, per la lingua, per internazionalizzare non tanto per il mercato interno ma per la prossimità con i balcani».
Presidente, ci dica la verità: ma alla fine per una vacanza o per un bel bagno a mare dov’è meglio andare?
«Assolutamente entrambe, Puglia e Albania. È lo stesso mare, facciamoci un bel bagno nel mar Adriatico meridionale e sfruttiamo le tante opportunità che ci sono a pochi chilometri da noi».

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