Tutti pazzi per l'Albania: gli italiani e la nuova America, la storia cambiata

Tutti pazzi per l'Albania: gli italiani e la nuova America, la storia cambiata
di Vincenzo MARUCCIO
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Lunedì 21 Agosto 2023, 14:21 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 07:00

Come se il cerchio si fosse chiuso a tre decenni dalla Vlora sulla banchina di Bari. Le avvisaglie disseminate lungo tutto l'estate: il boom dei voli per Tirana, le "cartoline" social dai ristoranti di Saranda, i pugliesi ad affollare le baie di Ksamil con tanto di dibattito-corollario sul low cost. Poi, l'ultimo tassello con la premier Giorgia Meloni che lascia (momentaneamente) il buen retiro ferragostano di Puglia per "un salto" dal collega Edi Rama a godersi l'Adriatico caraibico dell'altra sponda tra yacht, cene relax e bagnanti col cellulare per catturare l'attimo. La baia di Himare preferita a Capri, Portofino e Porto Cervo. La piccola località sulla litoranea a sud di Valona meglio delle Formentera e Mykonos amate da capi di Stato, sceicchi e star di Hollywood. Albania caput Mediterraneo con tanto di "timbro" istituzionale. Ci vanno gli italiani, ci va l'italiana che detiene il potere. Il mondo capovolto che la querelle sui rincari non basta più a spiegare. Un cambio di paradigma per molti inatteso: punto di sbarco e non più di partenza, meta e non più luogo da cui scappare. "Lamerica" - scritto tutto attaccato - era la sintesi perfetta nel titolo del film di Gianni Amelio che più di ogni saggio storico-politico ha raccontato il sogno di ogni albanese: tutti sulla nave, la Vlora diretta al porto di Bari, a cercare la terra promessa. L'American Dream di ogni ragazzo di Tirana immaginato dai balconi dei palazzoni dove l'antenna-parabola ti raccontava che un altro mondo era possibile. Il sogno del ballerino Kledi sbarcato in Puglia da ragazzino e star con Maria De Filippi. Il sogno di Ermal Meta arrivato a coronare il desiderio più grande: vincere il Festival di Sanremo, l'evento tv più amato dalle famiglie albanesi.
 

Meloni che si mette in posa con Rama è molto più di uno scambio di cortesie istituzionali: è l'ultimo mattone caduto del Muro. Questa volta è diverso dal boom della Croazia di qualche anno fa o dal filo diretto con la Romania da cui arrivano braccianti e badanti. "Meloni sorella d'Italia", twittano furbescamente da Valona. La foto finisce sotto i riflettori come un fiume carsico che riemerge dopo un lungo percorso denso di episodi significativi: le fabbriche aperte dagli imprenditori del tessile, gli alberghi sul litorale costruiti da baresi e leccesi, le strade realizzate dalle aziende di mezzo Sud, perfino la parodia di Toti e Tata in TeleDurazzo.
Noi, italiani, che andiamo di là a realizzare le infrastrutture.

Loro vengono di qua a imparare: prima operai specializzati nei muretti a secco o addetti al calzaturiero, poi camerieri e pizzaioli, ora chef e direttori d'albergo tornati a casa con il loro perfetto inglese. Dirimpettai d'Adriatico scappati da dittatura e povertà con l'orizzonte di un riscatto che, pur tra centomila criticità, ha cominciato a dare i suoi frutti.

L'estate 2023 è il bivio, la certificazione di una svolta. Albania come Little Italy: così scrivono i tabloid anglosassoni. Come al solito faciloni nelle scelte lessicali, eppure efficaci come nessun altro se c'è da fare sintesi. Mare cristallino, bel clima, pesce in spiaggia e cocktail al tramonto: i paragoni si sprecano e gli albanesi ne approfittano se c'è da scippare un po' di turisti (tanti, dicono i dati) agli italiani. I pugliesi con busta paga leggera non si fanno pregare e si accomodano sui traghetti. I più giovani si lasciano tentare da eventi e festival musicali che ci fanno concorrenza arruolando dj e artisti di fama internazionale: non è Ibiza, ma poco ci manca e, comunque, una casa vacanze costa pur sempre la metà. Senza pregiudizi e sfuggendo - a ragione e per fortuna - a vecchi clichè.
La sorpresa, invece, è grande per quarantenni, cinquantenni e sessantenni: almeno due generazioni il cui immaginario collettivo ereditato dal Novecento si è sempre mosso lungo altri orizzonti. Imbevuti di cultura a stelle e strisce con venature inglesi-europee: i romanzi di Hemingway dalla libreria del nonno, Elvis dal mangiadischi di papà, Dylan in tour con fidanzata, i cult movie di Spielberg e Scorsese rivisti su Netflix insieme al figlio. Italoamericani per cultura e stile di vita, il senso di libertà come pietra miliare. Babyboomers e Generazione X illusi che tutto questo sarebbe durato all'infinito e ora chiamati a fare i conti con uno scenario, forse, definitivamente mutato.

Se l'oggetto dei nostri sogni è un parametro valido almeno quanto il Pil per misurare i cambiamenti, il nuovo che avanza è già tra noi: le scogliere di Dhermi al posto dei surf in California, i laghi di Butrinto invece del Grand Canyon, le casette di Berat al posto delle strade di Manhattan. Sconcertante per chi ha sempre guardato alla West Coast o, al contrario, affascinante prospettiva per chi subisce il richiamo dell'Est. Libri sconosciuti, musiche sorprendenti e culture nuove che non avremmo immaginato così vicine a casa nostra.
Già Kusturica e Bregovic, nel nome dei Balcani, avevano aperto la strada verso Dubrovnik e Sarajevo, ma stavolta è diverso: non è più l'avanguardia di viaggiatori "alternativi" a muoversi, ma un "popolo" trasversale destinato a crescere se le strategie delle compagnie aeree low cost sempre più spesso leve di sviluppo dovessero consolidare i progetti di espansione nel Paese delle Aquile. Tirana fatte le dovute proporzioni sarà raggiungibile come Londra e i locali di Ksamil diventeranno l'approdo mordi-e-fuggi per i weekend dei ragazzi pugliesi in cerca di un'alternativa a Ibiza. Più alla portata di una spiaggia in Florida o di un viaggio on the road sulla "66".

Se e come l'Albania manterrà la sua identità o diventerà global è un'altra storia. Lo vedremo fra qualche anno. Ora conta il presente: il nuovo orizzonte per convenienza economica, per bellezze nascoste o anche solo per pigrizia è qui, ora e a due passi da casa.
È la nuova, inevitabile tendenza pop degli ultimi anni che ci vede, noi pugliesi, inevitabilmente "fratelli". Noi che non possiamo non dirci italo-albanesi. In attesa che Springsteen faccia tappa con i suoi tour anche a Tirana. O che Tarantino giri almeno una scena del suo prossimo film nelle strade di Durazzo. Per poterci sentire, almeno qualche altra volta, un po' americani. Questa, forse, a 34 anni da Berlino 1989, la vera chiusura del cerchio.

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