"Tempa Rossa", una telefonata inguaia il ministro Guidi

Federica Guidi
Federica Guidi
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Giovedì 31 Marzo 2016, 18:04 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 17:42
TARANTO - Traffico e smaltimento illecito di rifiuti nel centro Eni di Viggiano: 5 arresti. Indagato il compagno della ministra Guidi. E una telefonata "inguaia" la stessa ministra del governo del Renzi. "L'emendamento? Lo faremo passare": è un passaggio della conversione intercettata dagli investigatori che ha spinto nella bufera il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, che nel pomeriggio si è dimessa dal suo incarico con una lettera inviata al premier Matteo Renzi.

I contorni della vicenda sono riassunti nell'ordinanza che nella giornata di oggi è stata notificata all'ex sindaco di Corleto Perticara, Rosaria Vicino (Pd), e cinque dipendenti dell'Eni sono stati arrestati, in esecuzione di ordinanze di custodia ai domiciliari, nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Potenza con due distinti filoni di indagine sulle attività estrattive di petrolio e gas in Basilicata che coinvolgono entrambi i giacimenti. Sul Centro Olio in Val d'Agri a Viggiano dell'Eni, l'indagine riguarda presunti illeciti nella gestione dei reflui petroliferi ed in tale contesto investigativo è stato notificato anche un divieto di dimora ad un ex dirigente del settore ambientale della Regione Basilicata. Un altro filone riguarda l'affidamento di appalti e lavori per l'infrastrutturazione del giacimento Tempa Rossa della Total: secondo le indagini delegate alla Polizia, l'ex sindaco di Corleto Perticara si sarebbe adoperata a favore di alcuni imprenditori.

Sono in tutto 24 le persone indagate nell'inchiesta della Dda di Potenza e condotte dalla Squadra Mobile di Potenza su presunti illeciti commessi da amministratori pubblici nell'affidamento di lavori per le infrastrutture del Centro Oli di Corleto Perticara (Potenza) che sarà il fulcro dell'attività della Total presso il giacimento di Tempa Rossa. Tra gli indagati anche il compagno della ministra. A vario titolo di i reati contestati sono corruzione propria ed impropria, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione elettorale. Agli arresti domiciliari è finito l'ex sindaco Rosaria Vicino (Pd) mentre un divieto di dimora nel Comune potentino è stato notificato all'ex vicesindaco Giambattista Genovese ed un divieto di esercizio dell'attività imprenditoriale ha raggiunto i titolari di una casa di riposo e di un'impresa materana. La Polizia ha effettuato indagini di vario genere come intercettazioni telefoniche ed ambientali, sequestro di documenti e assunzione di sommarie informazioni.

In particolare, secondo il quadro emerso, esisteva un «ben sperimentato e consolidato sistema di malaffare» che si «è tradotto in condotte concussive e/o di corruzione a danno (e vantaggio) di taluni imprenditori interessati (e non) a vario titolo al progetto per lo sfruttamento del giacimento petrolifero denominato TempaRossa, in fase di realizzazione nei territori dei Comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione». Secondo la Procura, gli amministratori pubblici avrebbero condizionato il rilascio di autorizzazione all'assunzione di persone da loro indicate, secondo «logiche di totale clientelismo».

Tra le misure eseguite oggi, anche la perquisizione nei confronti di un imprenditore di Augusta (Siracusa), indagato in concorso per ipotesi di corruzione e traffico di influenze illecite, con l'ipotesi accusatoria di aver goduto di una posizione di riguardo e di benevolenza nell'ambito dei rapporti commerciali con la società Total.

 
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