Escalation di incendi, Vigili del fuoco allo stremo: «Non chiamateci eroi, fateci tornare sani e salvi»

Escalation di incendi, Vigili del fuoco allo stremo: «Non chiamateci eroi, fateci tornare sani e salvi»
di Massimiliano MARTUCCI
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Sabato 29 Luglio 2023, 07:01 - Ultimo aggiornamento: 07:08

«Non chiamateci eroi, trattateci da uomini che vogliono tornare a casa dalle proprie famiglie, sani e salvi». Gaetano La Corte è un vigile del fuoco, in forze al comando di Taranto. Rappresenta i suoi colleghi come delegato della FP Cgil. Mentre la Puglia brucia come fosse la notte di San Giuseppe, con le colonne di fumo che da Foggia al Salento indicano che non esiste un luogo sicuro dai piromani e dagli incendi, i vigili del fuoco sono impegnati in turni di 24 ore per fronteggiare l'emergenza che puntuale si ripete ogni anno. Da Taranto La Corte racconta: «Se scoppia un incendio in contemporanea sui due lati opposti della città le fiamme potrebbero prevalere così come il nostro sconforto, ché malgrado turni massacranti e condizioni di lavoro al limite della decenza, non ci importa di essere chiamati eroi, ma vorremmo innanzitutto essere rispettati come uomini, padri di famiglia e lavoratori». Da una parte all'altra della città, ridotti all'osso e su mezzi spesso inadeguati o vetusti, i vigili del fuoco devono sopportare turni lunghissimi e attrezzature pesanti fino a dieci chili. «Per affrontare le fiamme ogni vigile del fuoco in servizio deve indossare stivali, nomex, pantanomex e casco, circa 10 chili di dispositivi di protezione che a volte fanno salire la temperatura corporea fino a 50 gradi e oltre. Si continua a disinvestire sulla sicurezza del territorio e oggi si mette a dura prova la salute e la sicurezza di noi vigili che da alcuni giorni ormai, su disposizione dei Comandi della Puglia, hanno dovuto raddoppiare i turni di servizio passando da 12 a 24 ore di lavoro continuativo, per affrontare i nuovi fronti di fuoco del Leccese e del Foggiano».

Carenza di personale  in tutta la regione

A Taranto secondo gli ultimi dati ufficiali sulla pianta organica allegata al decreto ministeriale del 2 dicembre 2019, ci sono 337 uomini, di cui 200 vigili.

Mentre la Puglia è assediata dalle fiamme da Vieste a Ugento, passando per le spiagge di San Cataldo e della Salina di Taranto, emergono le criticità delle condizioni di lavoro di un corpo operativo che da tempo chiede l'adeguamento dei mezzi e nuove risorse. Dal 25 al 27 luglio sono andati in fumo, in Italia, 31.078 ettari di vegetazione, secondo le stime di Legambiente sui dati EFFIS (European Forest Fire Information System). Dall'inizio del 2023, invece, erano "solo" ventimila, in Sicilia in fumo 41mila ettari. In Puglia dall'inizio del 2023 ben 1.456 ettari. Per fronteggiare questa impresa non occorrono eroi, come indica chiaramente La Corte da Taranto, ma mezzi e uomini. In Puglia dovrebbero essere in totale, comprese tutte le funzioni, 1.974 unità, divisi in sei comandi, uno per provincia: 556 a Bari, di cui 326 vigili; 129 nella BAT, di cui 60 vigili; 270 a Brindisi, di cui 160 vigili; 376 a Foggia, di cui 236 vigili, 306 a Lecce, di cui 180 vigili, a cui si aggiungono i 337 di Taranto.

«Non augurateci mai buon lavoro, se stiamo lavorando c'è un'emergenza»

Per fronteggiare l'emergenza di questi giorni, sono arrivate in soccorso cinque sezioni operative da tutta Italia, cinquantaquattro uomini in più. Ogni squadra aveva un'autobotte, un pickup con modulo antincendio boschivo e un autocarro da trasporto. Due dalla Toscana, una dal Lazio, una dall'Abruzzo e dall'Emilia, come racconta la Direzione regionale del Corpo dei vigili del fuoco, e grazie ad una convenzione con la Regione Puglia, dal 15 giugno al 15 settembre possono arrivare rinforzi regionali: trentacinque uomini in più. Dal Viminale snocciolano i dati: in Sicilia sono stati effettuati dal 23 al 26 luglio 710 interventi, in Calabria 407, in Sardegna 281 e in Puglia 540. Gli uomini impiegati sul campo sono 5.999 (3029 in Sicilia, 1588 in Calabria, 550 in Sardegna e 832 in Puglia) e i mezzi 1.370 (700 in Sicilia, 380 in Calabria, 90 in Sardegna, 200 in Puglia). Ma i numeri diffusi non hanno molto valore al cospetto delle fiamme, mentre si viaggia su un'autoscala a sirene spiegate, al lavoro da diverse ore sotto al sole, al cospetto di fronti di fuoco lunghi chilometri, con solo dodici canadair per tutto il Paese. «Non augurateci mai buon lavoro» racconta Pasquale Cirillo, delegato della FP Cgil dei vigili del fuoco di Lecce, «perché se stiamo lavorando vuol dire che c'è un'emergenza». Secondo la sua testimonianza, che fa il paio con quanto denunciato da Taranto, sarebbero quattro i turni in cui sono divisi gli operativi di Lecce, circa cinquanta vigili per turno, ma dai quali si deve togliere il 12,5% per il "salto turno" e il 20% per le fiere: «Con questi numeri non si riesce a ricoprire il dispositivo minimo di soccorso».
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