Incendi in Puglia, ancora focolai a Vieste e San Cataldo. L'arcivescovo: «Gesti criminali dei piromani»

Incendi in Puglia, ancora focolai a Vieste e San Cataldo. L'arcivescovo: «Gesti criminali dei piromani»
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Mercoledì 26 Luglio 2023, 11:20 - Ultimo aggiornamento: 11:37

Sembrano essere sotto controllo al momento gli incendi divampati ieri a Vieste, in provincia di Foggia; e a San Cataldo, a pochi chilometri da Lecce. In entrambi i casi sono ancora in corso le operazioni di spegnimento di alcuni focolai che potrebbero essere alimentati dal vento di maestrale. L'ira del sindaco di Vieste, Nobiletti: «C'è la mano dei piromani». L'appello dell'arcivescovo, padre Moscono: «Roghi provocati da mani che odiano il Creato.4

La situazione a Vieste

A Vieste, nella baia San Felice, dove ieri sono stati evacuati duemila turisti da tre strutture ricettive, sono ripresi da dieci minuti i lanci di acqua con i canadair, mentre da terra sono state impegnate per tutta la notte una cinquantina di unità tra operatori del servizio anti incendio boschivo dell'Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali, vigili del foco, forestali, protezione civile e volontari.

Per precauzione è stato richiesto il distacco delle linee elettriche della zona. Anche l'incendio a Monte Sant'Angelo, sempre in provincia di Foggia, è ancora in corso ed è stato richiesto l'intervento aereo. A San Cataldo, in Salento, stamattina sono iniziate le operazioni di bonifica: il primo bilancio è di 90 ettari bruciati con una intera pineta inghiottita dalle fiamme che hanno avvolto anche alcune villette, due auto, una sessantina di giardini privati e decine di gazebo.

Il sindaco Nobiletti: «Si fermi la mano di questi criminali»

«Bisogna fermare la mano di questi criminali. Bisogna trovare un modo per arginare questi episodi». Così il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, sull'incendio che da ieri ha bruciato numerosi ettari di macchia mediterranea nei presi della baia San Felice, in provincia di Foggia, provocando anche l'evacuazione di duemila turisti da tre strutture ricettive. Il primo cittadino è certo che «dietro questi episodi ci sia la mano dei piromani, anche perchè già ieri mattina all'alba un altro incendio ha interessato alcuni camping presenti sul lungomare Mattei nel centro di Vieste, poi nel pomeriggio baia San Felice che già una decina di giorni prima era stata interessata da un incendio». «Alle 7.45 di stamani - continua Nobiletti - è giunto il canadair e ha iniziato i lanci di acqua su un fronte di fuoco ancora accesso nei pressi di un punto della baia impervio, difficile da raggiungere con i mezzi da terra. Non si può stare con una disponibilità ridotta di mezzi aerei. Se ieri fosse intervenuto subito un canadair avremmo evitato di dover guardare il fuoco avanzare e distruggere parte di macchia mediterranea». Stamani, intanto, i turisti stanno facendo rientro nelle tre strutture ricettive evacuate. «Sono tutte agibili, non hanno subito conseguenze e gli ospiti possono tornare tranquillamente - continua il primo cittadino - voglio ringraziare tutti coloro che da ieri sono impegnati nel fermare le lingue di fuoco, nelle attività di bonifica, vigili del fuoco, forze dell'ordine, volontari della protezione civile, cittadini e personale delle strutture ricettive che hanno fornito assistenza e ricovero ai turisti». 

L'arcivescovo Padre Moscone: «Mani fomentatrici di odio verso il Creato»

«Il forte vento e l'erba inaridita per la calura e per mancanza di piogge, hanno alimentato gli incendi e i disagi, ma va denunciato con chiarezza che i roghi sono provocati da mani fomentatrici di odio verso il Creato e la popolazione: si tratta di gesti criminali, motivati da una pura logica criminale. Le azioni individuali devono essere sempre attente e rispettose del Creato, che adorna il nostro meraviglioso Gargano ricco di boschi, pinete, spiagge, luoghi panoramici, camping, piazze, vicoli e strade, con gesti e scelte che ci rendono operatori di Giustizia e Pace». Così l'arcivescovo della diocesi di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo, padre Franco Moscone, dopo gli incendi che si stanno sviluppando in provincia di Foggia. «Mi rivolgo oggi ai numerosi turisti che oltre alla paura dell'incendio hanno subito gravi disagi e difficoltà: care amiche e amici - afferma - vi chiedo perdono per quanto accaduto e sono al vostro fianco, al fianco delle vittime dell'ingiustizia ambientale e climatica». «Urge, tuttavia», sottolinea ancora Moscone, «trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società. Invito tutti ad accogliere realmente l'appello lanciato dal Pontefice di alzare la nostra voce per fermare questa ingiustizia verso i nostri figli, che subiranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico». L'arcivescovo conclude rivolgendosi ai sindaci di Monte Sant'Angelo, Vieste, Cagnano Varano, ai quali «oltre che porgere solidarietà, appoggio pienamente l'opera fattiva da loro svolta e condivido la loro denuncia dei gravi misfatti operati in più luoghi del nostro amato Gargano da mani di criminali che distruggono la nostra bella terra e mettono a repentaglio l'economia turistica del territorio che mostra nell'accoglienza di milioni di persone, autentica professionalità e sensibilità».

La Coldiretti conta i danni: 15 anni per ricostruire tutto

«Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all'ambiente, all'economia, al lavoro e al turismo». È la stima di Coldiretti sugli effetti degli incendi che hanno «distrutto centinaia di ettari di alberi e macchia mediterranea in Puglia, spinti dal caldo record, con il Gargano ed il Salento in fiamme, ma anche i boschi a Bari e nella provincia Barletta-Andria-Trani». «Nelle aree bruciate - sottolinea Coldiretti - saranno impedite tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di appassionati ma viene anche a mancare un importante polmone verde. Ogni rogo costa ai cittadini oltre diecimila euro all'ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate». «Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con alte temperature e siccità, a preoccupare - prosegue Coldiretti - è la disattenzione e l'azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. Proprio per garantire una funzione di controllo e monitoraggio ed intervenire tempestivamente Coldiretti e vigili del fuoco, con il supporto dell'associazione AB.-Agrivenatoria Biodiversitalia, hanno sottoscritto un protocollo per le attività di lotta attiva agli incendi di bosco o per rischi idrogeologici. L'accordo prevede che gli agricoltori mettano a disposizione spazi per i mezzi di pronto intervento e partecipino a progetti mirati per lo sviluppo di procedure per l'allertamento delle squadre operative Vvf in caso di emergenze». (ANSA).

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