Nuovi e già vecchi: sette convogli Fse fermi a Gallipoli

Nuovi e già vecchi: sette convogli Fse fermi a Gallipoli
di Vittorio Calosso
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Sabato 21 Novembre 2015, 14:07 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 14:44

È la cartolina simboleggiante la pratica di mal governo e di parte dell’inefficienza dei trasporti su rotaia targati Ferrovie del Sud Est nel Salento. Sono quei sette vagoni nuovi, o quanto meno rinnovati, e da ormai nove mesi stipati sul quinto binario della stazione ferroviaria di Gallipoli.

È un binario morto quello che ospita il serpentone composto da sette dei venticinque vagoni acquistati a peso d’oro dalle Ferrovie pugliesi, per una spesa complessiva di 22,9 milioni di euro, garantiti dalle casse regionali per l’acquisto di seconda mano in Germania e la ristrutturazione in Croazia. L’acquisto, effettuato nel 2009, è uno di quelli finiti nel mirino della Guardia di Finanza, che ha ipotizzato per i manager di Fse vari reati tra cui la truffa ai danni dello Stato.

I vagoni sono ancora lì. Fermi. In attesa che si sblocchino procedure e messa in esercizio. Avrebbero dovuto dare ossigeno al parco mezzi del Salento, dove compaiono ancora mezzi meriterebbero di essere accolti dal museo e invece corrono (si fa per dire) sui binari. E invece da nove lunghi mesi quei treni restano fermi sui binari gallipolini. Ma soprattutto si spera che possano arrivare da Bari quei locomotori DE122 Impa, almeno uno, dove poter agganciare il convoglio e farlo muovere.

«In provincia di Lecce mancano i mezzi e i locomotori sono a Bari», mormorano sottovoce i macchinisti e i dipendenti delle Fse. Ma loro, già alle prese con la grana degli stipendi in ritardo (il mese di ottobre è arrivato dopo 10 giorni di attesa e solo grazie all’anticipazione di 16 milioni di euro da parte della Regione) di più non possono e non vogliono dire. Poco dopo le 13 nella stazione ferroviaria gallipolina di piazza Matteotti la circolazione dei treni è in movimento. Le corse di ritorno di pendolari e studenti sulle tratte Gallipoli-Lecce e Gallipoli-Casarano sono in partenza. Sul binario 1, proprio sotto la pensilina, fermo un treno nuovo, un Atr 220-020 quello color rosso per intendersi. Ma non è lui l’indiziato numero uno. Sullo sfondo invece, sul binario numero 5, quello fronte mare che costeggia il lungomare Marconi, ecco dipanarsi il convoglio delle sette carrozze che sono state “revampizzate”, come viene definito in gergo tecnico l’ammodernamento dei mezzi ferroviari. Sono ancora lì da quando. i primi di marzo scorso, giunsero in stazione in attesa di essere utilizzate. Il personale fa spallucce. Continua il lavoro quotidiano. E sulla rete ferrata si attendono lumi. «Quelle carrozze sono state depositate lì e ora ci tolgono anche la vista del mare», confermano dallo scalo ionico. Ma per ulteriori ragguagli in merito bisogna chiedere alla Direzione Esercizio di Lecce o direttamente a Bari. Ne più e ne meno di quanto appena due giorni addietro lamentava il deputato del Movimento 5 Stelle, Diego De Lorenzis, nel suo viaggio a bordo dei treni Sud Est del Basso Salento in compagnia dei colleghi parlamentari Capone, Stefàno, Bruni e Buccarella.

Perché la società del ministero dei Trasporti, che gestisce la rete ferroviaria regionale più grande d’Italia, dà lavoro a 1.300 dipendenti e ha accumulato debiti per oltre 240 milioni di euro, ha acquistato, sì, le carrozze «ma manca il locomotore e senza quello il convoglio non si sa proprio dove agganciarlo». È quanto appurato dalla la stessa delegazione dei parlamentari salentini.

Nell’attesa le sette carrozze rimangono coi freni tirarti e le porte rigorosamente chiuse. Ufficialmente per le Ferrovie Sud Est fanno parte della maggior parte dei convogli acquistati e ammodernati, ma fermi sui binari perché sottoposti ancora a manutenzione e migliorie per garantire gli standard di sicurezza.

Di fatto, e unica certezza, invece il fatto che il convoglio dopo un periodo di giacenza nello scalo di Martina Franca (dove era già stato oggetto anche dell’azione dei writers), è stato posteggiato a Gallipoli dal marzo scorso. Su un binario dormiente. Sotto l’azione erosiva di agenti atmosferici e salsedine in attesa di essere messo nelle condizioni di muoversi. E pensare che altrove i treni scarseggiano. Oppure le corse saltano al primo guasto perché non ci sono mezzi con cui sostituirli, proprio come è accaduto sulla tratta Gagliano del Capo- Lecce solo la settimana scorsa.

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