Erchie, terremoto giudiziario in Comune: chiesto il processo per sindaco, assessori e sociologo

Erchie, terremoto giudiziario in Comune: chiesto il processo per sindaco, assessori e sociologo
di ​Eliseo ZANZARELLI
3 Minuti di Lettura
Giovedì 7 Marzo 2024, 22:16

Sono otto le richieste di rinvio a giudizio a seguito dell'inchiesta che, il 9 gennaio scorso, condusse all'arresto del sindaco di Erchie, Pasquale Nicolì, 70 anni, e dell'assessore Vito Oronzo Bernardi, 81 anni, oltre che ai divieti di dimora per l'assessora Pamela Melechì e l'ex responsabile dell'Area servizi comunale Ciriaco Ciro Pasquale, 51 anni di Taranto. 
La Procura di Brindisi - pubblici ministeri Giovanni Marino e Pierpaolo Montinaro - ha chiesto che siano mandati a processo i quattro di cui sopra ma anche Giuseppe Polito (65 anni, ex vice sindaco), Lina Ferrara (45 anni, ex assessora), il sociologo di Bari Leonardo Palmisano, 50 anni, e Cosimo De Stradis, 64enne di Erchie (per lui un solo capo d'imputazione di abbandono di rifiuti in concorso con Bernardi). 

L'udienza preliminare


La Procura ha indicato anche dieci parti offese, che potranno eventualmente costituirsi parti civili: perlopiù ex dipendenti comunali ercolani ma anche lo stesso Comune di Erchie.

Il commissario prefettizio Antonio Giaccari, che traghetterà l'ente fino alle prossime amministrative dell'8 e 9 giugno, deciderà in tal senso il da farsi sebbene in questi casi l'orientamento sia quello di costituirsi in giudizio per chiedere i danni. L'udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 16 aprile dinanzi al gup Simone Orazio. Il terremoto giudiziario travolse Erchie due mesi fa, quando i carabinieri eseguirono un'ordinanza cautelare emessa dalla gip Stefania De Angelis. Nicolì e Bernardi finirono ai domiciliari, con Nicolì tornato libero soltanto l'altro ieri dopo due settimane dall'irrevocabilità delle sue dimissioni da primo cittadino (Bernardi non ancora). A Melechì e Pasquale fu vietato di dimorare a Erchie: per l'ex assessora la revoca delle misura giunse soltanto dopo le sue dimissioni. Non vi furono misure, invece, a carico degli altri quattro imputati.


Il periodo d'indagine si concentrò sul biennio 2020-2022 e le accuse nei confronti degli otto imputati sono, a vario titolo, di concussione, atti persecutori, abuso d'ufficio, falsità ideologica, induzione indebita a dare utilità. C'è anche un caso di violenza sessuale aggravata, contesta a Bernardi (che avrebbe molestato una donna negli uffici comunali). Tra gli otto figura anche il sociologo barese Palmisano, accusato di concorso anomalo in concussione (con Nicolì e Melechì) nella vicenda che condusse a "dare indebitamente alla cooperativa Radici Future, legalmente rappresentata da Leonardo Palmisano" la gestione della biblioteca comunale con affidamento diretto per oltre 12mila euro e il ritorno d'immagine derivato dalla stessa gestione bibliotecaria. L'affidamento - secondo gli inquirenti - sarebbe stato preceduto da "minacce implicite di demansionamenti o atti vessatori" nei confronti dell'ex segretaria comunale. 
Gli imputati, che il gup deciderà se rinviare o meno a giudizio, sono difesi dagli avvocati: Francesco De Rinaldis (Bernardi), Pasquale Fistetti (De Stradis), Antonio Vitulli (Ferrara), Gesualdo De Rinaldis e Cosimo Lodeserto (Melechì), Egidio Albanese (Nicolì e Polito), Ottavio Martucci (Pasquale) e Maria Pia Vigilante (Palmisano). 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA