Stupratore seriale a 19 anni, il giudice: «Nessun pentimento. Altri casi da investigare»

Stupratore seriale a 19 anni, il giudice: «Nessun pentimento. Altri casi da investigare»
di Egle Priolo
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Mercoledì 17 Giugno 2020, 10:17
PERUGIA - Dopo quasi una settimana, il suo incubo è finito. Almeno quel buco nero che la trascinava giù, nel terrore di incontrare per strada il ragazzo che l'ha stuprata in pieno centro, a pochi passi dai suoi amici, come fosse normale. Perché da ieri il giovane che ha violentato Giulia (nome di fantasia) a 15 anni è dietro le sbarre del carcere di Capanne.

Lo hanno arrestato i carabinieri: si chiama Fernando Joel Polzoni Baque Pihuave, Fernando Neira per gli amici social, cadenza perugina che nasconde le origini sudamericane. Diciannove anni appena compiuti e un rapporto quanto meno malato con il sesso. Fatto di violenza, arroganza, e pretesa di dominio, nessuna sensibilità e «nessun pentimento», scrive il gip. Aggravato dalla spaventosa leggerezza di non accorgersi quasi della terribile gravità delle sue azioni. Azioni, sì. Perché Fernando non è finito in una cella solo per la violenza e le lesioni causate mercoledì scorso a Giulia in un vicolo di corso Vannucci, ma anche per aver prima testato lo stesso copione di abusi e terrore con Marta, violentata sulle scale senza uscita di un centro commerciale a gennaio. Anche nel caso di Marta, chiaramente, il nome è di fantasia per preservare la sua privacy e la sua dignità. E cercare con dolore di dimenticare che lei quel triste giorno di inverno, mentre gli amici mangiavano un hamburger e lei subiva violenza poco lontano, aveva compiuto 13 anni da meno di venti giorni. Tredici anni. Una bambina.
Sia Giulia – assistita con professionale delicatezza dall'avvocato Giusi Mazziotta - che Marta ai carabinieri hanno fatto il suo nome. Lo hanno riconosciuto dalle foto, ma lo hanno indicato senza alcun dubbio perché entrambe lo conoscevano. Giulia da qualche minuto prima della violenza, Marta da qualche mese, quando già in una serata tra amici c'era stato un approccio molto pesante di Fernando che lei aveva rifiutato con forza.
Ma il giovane, come ricostruisce anche il gip Angela Avila che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, non sente e non rispetta i no. Ha sbattuto entrambe, piccole e minute, contro un muro, mentre tutt'e due gli hanno detto di fermarsi. Ha strappato a entrambe i pantaloni, mentre tutt'e due lo hanno implorato di smettere. E se Marta è tornata sotto choc dai suoi amici, Giulia – due anni in più che hanno fatto la differenza – è riuscita a divincolarsi tirandogli un calcio. E non si sa quale delle reazioni successive del diciannovenne fa più impressione: essere riuscito a correre dietro a Giulia, abbracciarla addirittura tornando insieme nel bar in cui si erano appena conosciuti e provarci in maniera pesante con un'altra ragazzina, o le minacce a Marta di farla picchiare se avesse raccontato il loro «segreto». Di certo entrambe hanno pianto. A dirotto. Entrambe hanno detto «mi vergogno», prima di riuscire a confidarsi con amiche e genitori. Perché Fernando oltre alla pace e alla spensieratezza ha tolto loro anche la tranquillità di non sentirsi in qualche modo colpevoli. Per averlo seguito e non essere riuscite a evitare quell'abisso di orrore.

Di certo, adesso, come sottolinea il gip dopo la ricostruzione del procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini che ha coordinato le indagini dei carabinieri della Compagnia di Perugia, contro il ragazzo «sussistono gravi indizi di colpevolezza», i referti di entrambe sono compatibili con rapporti violenti, ma soprattutto a motivare l'ordinanza di custodia in carcere c'è la spiegazione che ne dà lo stesso giudice Avila: «Vi è il concreto e attuale pericolo che Polzoni, se in libertà, commetta altri gravi delitti della stessa specie, atteso che le modalità e le circostanze dei fatti-reato denotano una spiccata pericolosità sociale certamente tale da rendere assai probabile le reiterazione di analoghi comportamenti». E non solo. Se il diciannovenne stamattina – assistito dall'avvocato Guido Rondoni – proverà ad alleggerire la sua posizione, il gip Avila ha le idee chiare: «Nel giro di appena sei mesi ha posto in essere ben due violenze sessuali ai danni di minorenni, con le stesse modalità, e dalla lettura degli atti emergono condotte di certo poco consone e forse ulteriori fatti di reato dello stesso tipo che devono essere meglio investigati, la mancanza di resipiscenza, le minacce contro (Marta) per non farla denunciare, sono tutti indici di significativa pericolosità che deve essere assolutamente fermata in questa sede».
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