Il congresso Pd resta in bilico: possibili scelte “clamorose”

Il congresso Pd resta in bilico: possibili scelte “clamorose”
di Michele MONTEMURRO
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Martedì 17 Ottobre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 16:18
Un’altra giornata di incertezza, in attesa di segnali da Roma che ancora non arrivano. Il Pd, o meglio una parte del partito, quella “renziana”, prosegue la sua marcia e continua a celebrare i congressi in proprio, perché gli altri, gli iscritti di Fronte Dem, la corrente di Michele Emiliano, continuano a disertare le urne a causa di alcune anomalie che sarebbero state riscontrate per la certificazione dell’anagrafe degli iscritti. E se da Roma non ci dovessero essere segnali di distensione, non sarebbero da escludere scelte clamorose degli “emilianiani” della provincia di Taranto. 
Come lo stesso governatore di Puglia ha ribadito anche sulle colonne del Corriere della Sera, Renzi ha chiesto a lui, come a tutti i governatori e al sindaco di Bari, di creare una grande lista civica nazionale: un progetto politico che, in funzione delle imminenti elezioni politiche, potrebbe essere un approdo per quei dirigenti di partito che, vicini alle posizioni di Emiliano e distanti dal modus operandi dei “renziani” jonici, volterebbero le spalle a quel Pd che non ha riconosciuto la validità dei tesserati di Fronte Dem.
Secondo indiscrezioni, il tesseramento non riconosciuto agli “emiliani” sarebbe stato determinato dal fatto che le tessere sarebbero state presentato tutte in una volta, mentre negli altri casi gli iscritti si sono presentati ai circoli per firmare la propria adesione. Motivo, questo, che in queste ore è stato posto all’attenzione della commissione di garanzia nazionale, che sta valutando il da farsi dopo la circolare del presidente della commissione regionale di garanzia, Francesco Cuna, che ha eccepito la certificazione dell’anagrafica in quanto non è avvenuta con i due terzi dei componenti della commissione congressuale provinciale ma bensì solo con quattro voti su sette: quattro favorevoli e tre contrari. Il coordinatore della commissione congressuale provinciale, Domenico Perelli, ha polemizzato con lo stesso Cuna che ha addirittura invocato la sospensione del congresso provinciale e ha garantito sulla validità dell’assemblea in corso.
 
A sciogliere la matassa sarà il partito a livello romano, ma si ragiona su tre ipotesi.
La prima, se le osservazioni di Cuna sono fondate come ha ribadito anche il segretario regionale Marco Lacarra, potrebbe indurre a rifare il tesseramento e quindi il congresso, ma i tempi sarebbero davvero molto stretti. La seconda, forse col trascorrere del tempo la più probabile, porterebbe invece al commissariamento della segreteria provinciale anche e soprattutto per far calare l’escalation di tensione che si è registrata negli ultimi giorni: il punto più alto l’ha toccato il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, usando pubblicamente parole forti contro il Pd. La terza, forse per il momento la meno probabile anche se alcuni “renziani” sostengono il contrario, consentirebbe il prosieguo dell’attuale congresso provinciale ma inevitabilmente si registrerebbe uno “strappo” con i seguaci di Emiliano e col governatore stesso.
In campo, com’è noto, ci sono due candidature: quella dell’ex assessore provinciale Giampiero Mancarelli per l’area Renzi e quella del sindaco di Laterza Gianfranco Lopane per l’area Emiliano. Lopane, dopo il caos del tesseramento, ha dato disposizione ai suoi iscritti - quelli che si sono riusciti ad iscrivere - di non recarsi alle urne nei circoli. Mancarelli, invece, va dritto per la sua strada in attesa di eventuali contrordini romani.
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