Con 22 voti segreti a favore in seconda battuta, 4 in più rispetto alla prima quando servivano le preferenze dei due terzi del Consiglio, il consigliere più suffragato in assoluto Lucio Lonoce, rieletto nelle fila del Pd, è riuscito a restare sullo scranno più alto dell’aula consiliare di Palazzo di Città, dove peraltro sedeva dall’inizio dei lavori in qualità di consigliere “anziano”, quindi di più votato a fronte di poco più di 1.800 preferenze. Una prima frattura si è creata durante il primo voto, quando la maggioranza di 23 consiglieri (sindaco compreso) si è arrestata solo a quota 18 su Lonoce; ma alla seconda votazione, verificata l’esistenza di una maggioranza relativa, anche i quattro “dissidenti” sono stati costretti ad allinearsi: quattro, proprio quanto il gruppo che fa riferimento al consigliere Piero Bitetti, che però sostiene di aver votato Lonoce sin dalla prima votazione. Le operazioni di voto sono andate così: al primo turno Lonoce 18, Sebastio 5, Cannone 4, Bitetti 1, bianche 3; al secondo turno Lonoce 22, Sebastio e Cannone 1, bianche 6, Vietri e Ciraci hanno abbandonato l’aula. Unico assente “giustificato” durante la seduta è stato l’avvocato Francesco Nevoli, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle.
«Il dato elettorale è relativo, ciò che conta sono le qualità e le capacità personali dei candidati. Sì, ci sono divergenze, ma tutto bisogna cercare tranne divergenze e contrasti. Lonoce è un candidato con qualità di eccelso livello». Così Sebastio ha spiegato la sua rinuncia e Melucci nel pomeriggio è potuto tornare alla carica per nominarlo in giunta. «Alla luce dell’importanza che le questioni connesse alla legalità e alla cultura rivestono all’interno delle linee programmatiche presentate oggi dall’Amministrazione Melucci, il sindaco - si legge in una nota di Palazzo di Città - ha inteso incardinare in giunta, in un ruolo di grande valore e di assoluta garanzia, il dottor Franco Sebastio, già procuratore capo della Repubblica, il cui profilo tecnico si contempera con quello politico assunto tra le forze di maggioranza.
Il dottor Sebastio è stato dunque investito della delega “Cultura, Legalità ed Attuazione del Programma” ed è già al lavoro in preparazione del protocollo d’intesa scaturito dall’ultimo tavolo romano del Cis, previsto alla firma presso Sua Eccellenza il Prefetto di Taranto, suo ideatore e promotore, nei prossimi giorni». Come già anticipato nei giorni scorsi, la nota del Comune conferma che il sindaco «ha conferito la delega “Patrimonio e Politiche abitative” a Francesca Viggiano, classe ’81, avvocato, master in diritto tributario, specializzata in locazioni e famiglia, consulente a Bruxelles di progettazione fondi europei». Eletta nel Pd, la Viggiano è stata surrogata già ieri in Consiglio dal primo dei non eletti Gaetano Blè. Il primo cittadino trattiene quindi a sé anche la delega “Pubblica Istruzione e Sport” e provvederà «entro poche ore all’ultima designazione per l’area “Welfare, Politiche Giovanili e dell’Integrazione”».
Come vicepresidente del Consiglio è stato eletto il consigliere di minoranza Tony Cannone (Taranto nel cuore) con 24 voti, poi Nilo ha ottenuto 2 voti, Baldassari 1 e ci sono state 5 schede bianche.
Prima della votazione, durante l’acceso dibattito causato anche dal malfunzionamento dell’impianto audio che ha costretto spesso i consiglieri a gridare per essere ascoltati, si è registrato un botta e risposta post campagna elettorale tra i due candidati sindaco Stefania Baldassari e Piero Bitetti. La direttrice della Casa circondariale ha accusato di «incoerenza» Bitetti perché fino all’ultimo «ha contattato i consiglieri di minoranza» per esser eletto presidente del Consiglio comunale; il diretto interessato ha replicato che non l’ha mai contattata e che è libero di chiamare chi ritiene opportuno.