Ministro nel mirino anche degli ambientalisti: «Traditi, non vuol chiudere lo stabilimento»

Ministro nel mirino anche degli ambientalisti: «Traditi, non vuol chiudere lo stabilimento»
di Nicola SAMMALI
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Lunedì 30 Luglio 2018, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 12:11
Ci sarebbero segnali «inequivocabili» sulla volontà del governo di «scongiurare la chiusura» dell'Ilva. E così un gruppo di associazioni tarantine punta il dito contro il presunto cambio di strategia, soprattutto del M5s, sul futuro della fabbrica. Non hanno gradito l'apertura verso l'acquirente, perché significherebbe non proseguire sul progetto di riconversione del territorio. Dalla «chiusura progressiva delle fonti inquinanti», sottolineano le associazioni, si passa alla possibilità di garantire «la continuità produttiva attraverso l'ambientalizzazione». Tutto questo, scrivono Comitato Cittadini e lavoratori Liberi e Pensanti, FLMUniti CUB, Giustizia per Taranto, Legamjonici, Tamburi Combattenti, Taranto L.I.D.E.R., Taranto Respira, Tutta mia la città, singole e singoli cittadini, pone il governo «su posizioni distanti e contrapposte a quelle che abbiamo esposto al Mise in audizione, rappresenta un evidente tradimento del mandato elettorale ricevuto dalla città di Taranto e dello stesso accordo di governo che parla esplicitamente di chiusura progressiva delle fonti inquinanti. D'altro canto come si intenderebbe chiudere se si cederà Ilva a Mittal?».
A questo interrogativo dovrebbe rispondere il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Di Maio proprio questa mattina al Mise (ore 10), dove è convocato il tavolo per la presentazione da parte di Mittal dell'addendum migliorativo sul fronte occupazionale e ambientale, dopo i rilievi dell'Anac e l'avvio del procedimento per l'eventuale annullamento della gara di aggiudicazione. «Abbiamo accolto positivamente le azioni del Governo volte a mettere in discussione la gara di aggiudicazione dell'Ilva vinta da Arcelor Mittal, ma purtroppo prendiamo atto di come le azioni e le dichiarazioni dell'esecutivo, relativamente al futuro del siderurgico, vadano tutte nella direzione di garantirne la continuità produttiva attraverso l'ambientalizzazione dello stabilimento». Non è chiaro però chi delle associazioni citate sarà presente al Mise, dopo la convocazione arrivata da Di Maio. Probabilmente non tutte le associazioni erano d'accordo a rispondere «presente» all'invito del capo politico del M5s, giudicato comunque «frettoloso e tardivo» perché giunto sabato notte. Ma ci sarebbe anche un altro motivo. «Il ministro Di Maio - scrivono le associazioni - non ha ancora raccolto il nostro perentorio invito a venire a rendicontare le strategie del Governo a Taranto, oltre che a visitare lo stabilimento accompagnato dagli operai che su quegli impianti lavorano e rischiano la vita ogni giorno».
Sul documento di ieri sera manca la firma dell'associazione Liberiamo Taranto, vicina a Rosa D'Amato, parlamentare europea tarantina del M5s. Anche Peacelink negli ultimi giorni non aveva condiviso le dichiarazioni di Di Maio, definito «nemico della città», perché con una nuova gara di vendita punterebbe a ottenere un nuovo piano ambientale. Anche l'attore tarantino Michele Riondino, anima dei Liberi e Pensanti, era intervenuto duramente sul M5s. «A Taranto il signor Di Maio ha rubato dalle tasche di chi gli ha creduto quei pochi spiccioli di speranza che gli rimaneva». Per il momento le associazioni sperano di essere smentite, «che si cambi immediatamente rotta nella risoluzione e gestione della questione Ilva. Taranto non può più attendere, Taranto merita rispetto».
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