Blitz al cantiere del depuratore, entrano le ruspe

Blitz al cantiere del depuratore, entrano le ruspe
di Nazareno DINOI
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Martedì 11 Luglio 2017, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 13:42
Hanno atteso che le acque si calmassero prendendo tutti in contropiede, amministratori comunali e ambientalisti, non senza la presenza di centinaia di uomini delle forze dell’ordine.
Così poco dopo l’alba di ieri le ruspe dell’impresa Putignano sono riuscite a prendere possesso del cantiere in zona Urmo-Specchiarica, marina di Manduria, dove è prevista la realizzazione del depuratore consortile a servizio dei comuni di Manduria e Sava. Un imponente dispiegamento di forze ha vietato sin dalle prime luci dell’alba ogni accesso all’uliveto situato all’incrocio tra la litoranea interna «La Tarantina» e la secondaria che porta sulla Manduria-Avetrana. Nessuno se lo aspettava e per questo il presidio degli ambientalisti era privo di sentinelle. Quando sono cominciati ad arrivare alla spicciolata, allertati dal tam tam dei social, gli attivisti dei comitati hanno potuto solo prendere atto della “sconfitta”: i mezzi pesanti si erano già impossessati del futuro cantiere.
Non sono mancati momenti di tensione tra agenti in divisa e le mamme coraggio che per la prima volta sono state allontanate impedendo loro persino di fare foto. Ai manifestanti che giungevano soprattutto dalla combattiva Avetrana è stato impedito anche di occupare l’uliveto confinante con il cantiere nonostante avessero l’autorizzazione del proprietario del terreno.
Intanto dal comune di Avetrana partiva una lettera indirizzata al presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, per chiedere un incontro urgente. A firmarla è stato il vicesindaco Alessandro Scarciglia a cui il prefetto di Taranto, dopo la sospensione del sindaco Antonio Minò, arrestato nell’inchiesta mafia-politica della direzione antimafia di Lecce, ha affidato le sorti del comune.
 
Il governatore Emiliano, da parte sua, si è reso protagonista di una serie di chat con le arrabbiatissime «mamme coraggio» che chiedevano conto dell’odioso blitz. «Prendetevela, non il sindaco di Manduria che non ha voluto proporci alternative», ha detto senza mezzi termini il governatore deludendo le aspettative di chi sperava in un suo intervento che fermasse gli escavatori. «Non potevamo più aspettare perché il vecchio depuratore inquina la falda», ha detto Emiliano rassicurando che «il nuovo progetto non prevede lo scarico a mare».
Ieri pomeriggio poi, riavutosi dallo choc, gli attivisti dei comitati e i partiti di Avetrana con qualche presenza manduriana, si sono riuniti nel municipio per decidere le prossime mosse da prendere.
A convocarli è stato il vicesindaco Scarciglia prospettando queste due possibilità: «arrenderci e permettere la distruzione del futuro nostro e delle prossime generazioni, o continuare a combattere affinché gli interessi di pochi non prevalgano su quelli di intere comunità». Naturalmente l’assemblea ha optato per la seconda possibilità decidendo di puntare tutto sulla regolarità delle carte. Pare infatti che nelle procedure di avvio dei lavori ci siano diverse falle alcune delle quali di una certa importanza la cui assenza implicherebbe la violazione di reati anche di natura penale.
 
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